mercoledì 31 dicembre 2008

Tachicardia costante da giorni. Irrequieta e delusa da gesti mancati. Stanca di avere male nella testa e di sentirla pulsare. Il mio corpo tutto continua a pulsare. Fermate il pavimento che trema. Fermate gli spasmi degli arti.

Festeggia con persone nuove che ti accolgono.Scarta e regala senza coscienza.
Devo sostenere la faccia con una mano per non farla cadere mentre lui mi racconta la tua tanto negata disperazione. 
Ostenta i colori, i vestiti atipici 
mantieni l'espressione del viso cosi come la ricordo. 
Fissa ferma sempre uguale sempre emulatrice della mia. 

Sostituiamo i ricordi con nuovi ricordi. Sostituiamo candele con torce. 
Continua a ridere del tuo sudore continua a negarti le possibilità di vivere.

Continua a piegarti su di un altro corpo per giustificare la tua gobba.

Sfogati con del rumore tirando pugni all'aria quelli non fanno male non ti toccano non sanguinano non lasciano segni sulle nocche.

Confondere il malessere con il maltempo.

Oggi torno in quel buco. e prendo tutto ciò che è mio.
Dovrei strapparti pezzi di pelle per riprendere tutto ciò che è mio.


martedì 30 dicembre 2008

Parentesi graffa

Previdibilità di ogni azione reazione illogica.
Spossatezza dentro. 
Stanchezza del cuore delle vene dello stomaco appesantito da cibo insano.

Silenzio con immagini da attacco epilettico
Discorsi smorzati ed interrotti a male parole contro la mia volontà.

E' una pellicola che scorre. 
Personaggi di una scrittura da interpretare con profondi respiri e sguardi sconvolti.

Abbandonami seduta sul letto mentre parlo.
Continua a darmi solo quello che ti permette di sentirti fragile di sentirmi responsabile.
Così tu fai.

La mia forza è il nutrimento per tutte le tue paure 
terreno fertile per rimanere sotto una coperta con i piedi scoperti freddi.

Dovrei prenderti per le spalle e scuoterti con tutta la forza che ho
dovrei farlo e dirti che sei egoista 
dirti di svegliarti da questa apatica vita colorata digitale.

Esiste anche qui la noia
i posti tutti uguali le stesse melodie da anni
le facce che riconosci e che non saluti più per strada
esiste anche qui il divano
la stanchezza la famiglia che ti corrode
ed i portici che non ti lasciano vedere il cielo.

Guardarsi e comprendersi in uno sforzo comune.
Lo sforzo deve essere comune.

venerdì 26 dicembre 2008

15 Maggio, quasi notte

" La casa è su quattro piani. Forse chiamarli piani è eccessivo vista la loro scarsa calpestabilità.
Superato il corridoio c'è la nostra stanza che siamo riuscite a rendere confortevole nonostante le lenzuola troppo piccole nonostante le finestre rotte nonostante i minuscoli armadi.
I coinquilini sono entità quasi ectoplasmatiche.
Appaiono all'improvviso per brevissimi istanti e raramente vanno oltre il saluto di circostanza.
Accoglienza diversa accoglienza fatta di mezzi sorrisi.

Aprendo la porta di casa, la prima cosa che si nota è u agglomerato - o rozzolo- di capelli, poggiati su di un fazzoletto bianco. Una sorta di scultura o scalpo che ci accoglie all'ingresso da quattro giorni e che dubito verrà cestinata.

La cucina è il ritrovo di piatti sporchi disposti in pile e di rimasugli di cibi che da li si espandono fino al primo piano, una sorta di briciolame diffuso.
Ci sarebbe, oltre la porta a vetri, un grazioso giardino che però è un accumulo di lattine di birra e fanghiglia.
L'olfatto non puo che rimanere colpito dalla miscela di odori invadenti.

Percorriamo le scale. Osserviamo come la polvere fuoriesce dalla moquette dagli angoli dei gradini.
Al quarto piano, aprendo la porta di sinistra, ecco il bagno.
O quello che dovrebbe essere il bagno.
Oggi abbiamo pulito la vasca il cui scarico è intasato e l'acqua esce a suo piacimento quando meno te lo a spetti con una intensità sempre diversa e sempre comunque scarsa. Ha cambiato colore.

Dovremmo adeguarci a questo clima di indifferenza e atipica convivenza o  proporci con un sorriso tirato perseverando nel tentativo di conoscere persone strane dai gusti culinari quantomeno discutibili.

Siamo qui e sono giorni difficili.
Lo sforzo è incredibile e dovrò cogliere sfumature che adesso mi sfuggono. Adesso tutto è ostile.

Solitamente esiste un momento nella giornata che temi. 
Quello che non vorresti arrivasse anche se sai essere inevitabile. 
Invece adesso la mia giornata è tutta l'attimo che precede quel temuto frammento di tempo.
Una continua tensione. "

mercoledì 24 dicembre 2008

La profezia si avverò puntuale e precisa nel silenzio, mentre le luci cambiavano. 
-Povera Cassandra, Apollo ti condannò ad essere creduta una folle fasulla-

Eccoli i nervosismi.
Riversati tutti addosso come se non scalfissero. 
Posso sopportare rimuovere. 
Sposto l'idea maligna e crudele di dirti e colpirti.
Nervosismi senza scelta.
Sfogali sulla mia faccia.
Butta sale sulle ferite lanciando lontano la parte di te che mi avvicina
diventa pure scurrile 
diventa pure banale.
E' troppo tardi per succhiare via il veleno.
Accusami di essere insolente ed egoista, diversa e silenziosa.

Trova rapida la chiave e aprimi la porta della cantina
lasciami correre più veloce sulle scale ripide salvatrici.
Se solo non fossi volutamente sorda cocciuta piccola da cosi tanti anni.

Certe frasi rimbombano dentro e dentro devono morire.


E non provateci nemmeno a scaricarmi addosso i vostri acuti nervosismi.

Interrogarti sul sudore inarrestabile potrebbe servire

Francamente disgustata dalla ripetitività delle tue azioni.
Francamente preoccupata dalle continue similitudini e citazioni di vite passate.
Dovresti ricordarti di respirare tra un boccone e l'altro.
Hai sempre mangiato senza pensare. senza masticare. senza digerire.
Stomaco gonfio senza sentirti sazio.

Quando vomiterai tremerai tutto e non saprai controllarlo.
Nessuno ti terrà la testa.
E sarà pesantissima tra le tue ginocchia instabili.
Uccidilo perchè non migliorerà uccidilo e ti aiuterò ad occultare il suo cadavere.
Scaviamo lontano dalla città scaviamo tutta la notte e nascondiamo tutto 
copriamo con la terra copriamo con i sacchi neri che bloccano gli odori.
E' tutta una questione di olfatto.
Non capirà nessuno che lo hai ucciso questa notte dopo il panico ed il pianto.
Brucia i vestiti e pulisci con l'acido 
lascia corrodere il pavimento coprirlo di tappeti nuovi.
Anastetizzati e posticipa il senso di colpa.
Forse non sentirai nessun inutile senso di colpa.

Il cuore rivelatore non ti riguarda. 
Il suo pulsare non ti spaventerà non ti renderà onesta
rimani fredda rimani distante 
convinta che uccidere non è sempre una scelta azzardata sbagliata.

Adesso mi alzo in piedi e lascio strisciare la sedia sull'umido del pavimento. 
Mi giro e chiudo la porta sbattendotela in faccia quasi sul naso quasi facendoti male.
Azioni indelicate e prevaricanti.
Mi allineo alla condizione di apatia da raffreddore e respiro solo con la bocca seccando le parole che non ti dirò mai. 
Ingoia il peso della mia distanza.
Le scale non si fermano fino all'ultimo gradino che mi ha liberata dalla cronaca delle sue giornate.
Ingoia anche le mie altalenanti visioni.
Svegliami con un urlo non voglio altro che un urlo.
Sono libera da vizi indotti dall'altrui egoismo.
spilli in gola. 
Smorzata la voce irriconoscibilmente roca. Sembra vecchia anche se è solo stanca.
Cammina con un bastone di fortuna se ti fa sentire stabile, poggia il peso sui gomiti fino a quando non saranno sbucciati.
Voglio vederti ridere voglio vederti alto e forte e rubarti il gelato dalla cialda.

domenica 21 dicembre 2008

Per la seconda volta dico


"Bisogna avere i piedi leggeri per entrare nella vita di qualcuno".

ecco. 
poi le parole perdono valore quando risuonano in bocche diverse.
bocche che sorridono e profumano. bocche che scrivono e si aprono. tu accogli i discorsi e vedi come sia diverso con e senza un rossetto.
lei dice. 

muovi i passi all'indietro prima di spezzarti

venerdì 19 dicembre 2008

trovare il circuito giusto dove girare.
girare non a vuoto anche se in tondo.
Sterilizza il bisturi prima di aprirmi la carne 
i batteri possono invadere il mio sangue e farmi ammalare
farmi rimanere a letto senza voglia di uscire senza voglia di parlare.

Sterilizza il bisturi e accertati che sia lo strumento giusto da utilizzare 
io non ne sono così sicura.

I letti degli ospedali tutti bianchi uguali in fila con i volti spenti e stanchi.

Non necessito di questa chirurgia per guarire.
Non voglio svegliarmi intorpidita e sconnessa.

Quindi firma il foglio e lasciami uscire che oggi non piove.

mercoledì 17 dicembre 2008

Quanta insensata cattiveria nelle parole piccole di chi non ha che tempo da perdere.

Sintesi di un metallo pieghevole.

Vedere già la fine allora.

La mia voce come una segreteria telefonica 
la mia voce come una grotta che fa eco.

Tutte le nevralgie 
le notti a vomitare 
le perdite di controllo 
le cene perfette in cucina i piatti da lavare
la musica che perchè non funziona avevi ragione adesso funziona
vedere oltre il mio squilibrio
riordinarmi la mente 
i tram sbagliati rovinando sorprese 
cinque giorni per cinque ricordi nuovi 
l'armadio che è troppo piccolo 
quegli occhi blu che non capiscono 
urla e odio
soffocare
tornare sempre ad essere felici
canzoni cantate male storpiate e registrate 
ti amo ubriachi e rimangiati 
le ultime telefonate rabbiose da nord a sud quando tu eri a nord ed io a sud
tornare e non vedersi non salutarsi

percepirsi.

" Hai scritto sul mio corpo che non è la fine".

"for you, now that you have learnt to hate"

" la messa a fuoco è perfetta solo al centro".

Non serve conservare un pensiero perchè c'è chi lo ruba senza saperlo.
Quindi è questa "la sintonia con qualcuno che ti toglie dall'imbarazzo di dover chiedere".
Vorrei non sentire il peso delle reciproche aspettative.

Ma sei così intelligente che non ho paura di esternare.

Usa sempre il tuo nome, non sarà mai banale.

lunedì 15 dicembre 2008

"Tremate tremate le streghe son tornate"

sabato 13 dicembre 2008

si. ho paura di perdermi dentro la folla. ho paura di vedere solo teste senza corpi. tranne il tuo che non merita tutta questa dedizione attenzione. ho scritto di abbracci sterili, banale banale banale. volendo risultare minimamente di più. sarà colpa degli occhiali che mettevo e toglievo. forse non sono piu riuscita a vedere niente oltre i bicchieri. torno a guardare da lontano. sfuocato e informe. non capire chi mi saluta dall'altra parte della strada e poi sei proprio tu. tu che non sei piu un volto senza corpo. il tuo corpo fermo marrone e nero. mettiti il cappuccio e camuffati perchè non voglio riconoscerti. 
si. so di aver guardato in un punto preciso tra gli occhi e il naso e di averci visto qualcosa. ho guardato tutta la faccia. le labbra che si muovevano tranquille dicendo ridendo baciando salutando e chiudendosi per non riaprirsi più. 
si. dimentico sempre che la cura non è mai troppa che le attenzioni vanno sempre calcolate che appena sei solo tu diventi vulnerabile e toccabile e feribile e idiota. potrebbe essere lineare: una riga dritta e nera senza tante pretese. tirare una riga che sia una riga e non un disegno.
non disegnare ricamando colorando, tira una cazzo di riga se è quello che vuoi esprimere.
odio le metafore perchè sono belle. odio le metafore perche sono vere. 
si. io odio.
avvalendoti delle tue capacità dialettiche invidiabili potresti avvicinarti e chiederle una cosa molto sciocca che non sappia di scusa. potresti andartene e non parlare piu guardarla distratto. mettere il cappotto mentre lei ancora rimane. andartene mentre lei ancora rimane. qui cambierebbe il motivo per cui tornare nello stesso posto. il motivo diventeresti sempre tu. 
Cuore alastico e mutaforma. 
Stritolandolo pensi esca sangue invece scivola rapido in altre mani a coppa. 
Ufficializza unioni dopo morti. 
Riunisci attorno a te le ballerine che ti fanno sentire meno vinto. 

Tanto tu non balli mai. 

Rimani a sistemare le loro gonne a palloncino. 
Compra per loro vestiti nuovi compra per loro musica nuova 
compra per loro schermi e luoghi importanti. 
Neanche il brandello di un discorso sapevi intavolare. 
Occhi persi tra il muro le mani le cose le stoviglie e le cronache di giornate tutte uguali.
Le stesse giornate che viverle era un peso.
Aspetto solo che la parete si sgretoli 
i pezzi saranno cosi piccoli che li perderai cercandoli.
E non sarò li anche se me lo chiederai.

Guardarti e non sentirti.


e poi ci sono quelli che non fanno niente. che non hanno niente e si vantano. non hanno abbastanza spazio nella testa. soffrono di emicrania fortissima. colpa dell'emicrania colpa nella vita che è cosi veloce. la colpa è tua che non sai curarti. la colpa è mia che non ti do le medicine giuste e sposto le pillole nelle boccette perchè tanto non ti servono a niente. quindi soffri tanto per trovare un modo pluralmente doloroso per scorrere fino a sera. vestiti e truccati. 
oh sei già truccato.
Matrimoni pagani che saltano con spose che corrono via dopo aver pianto per ricevere un briciolo di quell'amore che fu. corrono giù per le scale con il pizzo scomodo sulle caviglie scappano veloci.
doveva essere persempre persempre fino ad un nuovo si.
invitale a cambiarsi nel tuo camerino a vestirsi di maglioni come coperte che conciliano il sonno.
il sonno che non ti fa pensare. scegli lui ogni mattina. 
è mattina ed è buio. è mattina e tra poco è ora di cena. 

venerdì 12 dicembre 2008

Dinamiche

Guarda che alla fine è cosi che vanno le cose. 
Anche a noi che le situazioni le viviamo e sorridiamo per strada e le raccontiamo e le esasperiamo e le idealizziamo. Le cose vanno per conto loro acide e stronze senza voltarsi per guardarti. Ti sorridono ammiccanti e ti lasciano sdraiata su un letto basso con un cuscino basso che devi piegare per stare comoda.

(Il fumo degli ultimi tiri è quello che io pesto per terra e invece a te piace.
Questo poteva essere un indizio. Indizi e tracce che ignori ma che sono li illuminate da lanterne polverose vecchie e arrugginite.)

E le cose vanno cosi, pali e porte contro cui sbatti tutta la tua faccia pulita.
Se riuscissi a sorridere a parlare anche dal sedile di dietro sarebbe più facile.
Se riuscissi a essere come quando ci svegliamo insieme sarebbe più facile.

Questa cosa è andata cosi. Forse è l'ennesima che ha preso questa forma fastidiosa allungata e pungente.

Ce ne saranno altre.

Non ti servono dinamiche merdose.

(E i denti, io, me li lavo con lo spazzolino)





Adesso esci e ti piove in faccia. Esci dalla stanza e non c'è nessuno che ti conosce e ti vuole raccontare cosa gli sta succedendo.Ti prendi la tua pausa da solo calda e bagnata. Ti asciughi e metti una camicia che a te sta così bene.
Per il resto è un buco nero di fotografie e urli che tanto non riconosci, non ti ci riconosci.

Sapere se hai un pensiero nitido lineare e conciso
Sapere se hai perso di vista tutto.


giovedì 11 dicembre 2008

I buchi dentro li hai sempre avuti. Forse è per quello che fai fatica a digerire nonostante 75 euro.
Buchi come fessure, tagli netti e corti.
Le tue difficoltà tutte rannicchiate sul divano e i pavimenti che tremano dentro e fuori.
Adesso stai seduta sulle sedie e non devi mangiare solo in sala solo con le voci di sottofondo.

Il silenzio non è più un rumore da coprire.

Non sono più l'obiettore di coscienza sulle tue ipocondrie.
I fiori dentro crescono sani e non invadono gli organi vitali.
Lavoravo e tu guardavi il mare.
Il tuo tempo ha ripreso a scorrere fluido.

Lei è sul tuo ventre
Ti ricordi cosa significano i brividi sul braccio?
Ti accarezza da quando non può farne a meno.
Ti accarezza tutti i giorni, io lo so.

Pazza scoordinata raccontami la tua giornata mimandola senza senso.



Bruno è in cantina

Quindi anche questa sera non hai preso freddo al collo. Anche questa sera è successo di vederti piccolo come quando ti vestivi ancora di lana. 
Succede che vorrei dirlo a tutti e che non lo sai. 
Mi hai chiamato per chiedermi una cosa stupida e mi sembravi un fratello che fa di tutto per non apparire invadente ma che vuole sapere di più.
Sei arrivato puntuale. Grazie. Sai che ti avrei guardato male altrimenti.
Di nascosto ti osservo e vedo tutto quello che di esclusivo sei.
Abbracciami ancora perchè sento il tuo odore che profuma sempre, anche quando sei sporco
tu
profumi.
" Bisogna avere i piedi leggeri per entrare nella vita di Qualcuno."

Me ne ero quasi dimenticata
e dire che io lo pretendo.

mercoledì 10 dicembre 2008

"I draghi tu ce li hai dentro"

"si."

Libellum

Le mille lire sono rimaste.
Quando non puoi fare a meno di spendere diventano l'unico modo per leggere.

Ti infilo nella tasca davanti e vedo spuntare le poche pagine già piegate.
Con una mano ti sorreggo. Sei leggero.
Rischio di ferire le persone dondolandoti come un ventaglio.
Graffiare le loro dita mentre cercano un appoggio per non perdere l'equilibrio sul tram.

Porti già il mio nome.
L'unico caso in cui "un passo è sufficiente per capire".



Stagnola

Toccati ancora la faccia cercando appoggi sicuri.

Le domande sono sempre le stesse da mesi.
Non ti sei ancora stancato di rispondere?
Non hai ancora smesso di imbarazzarti rispondendo?

Le tue verità sono nascoste sotto metri di terra contaminata.
Terra daltonica e assetata.

Senti ancora il sapore dell'acqua quando hai sete davvero?


14 Novembre.

Anche le certezze vacillano
pur sapendo che non ci sono stati errori di valutazione.
Lo stomaco annodato si contorce 
liberalo da pesi indigeribili.

Non c'è un luogo migliore
Non c'è un modo migliore.

La luce è spenta e ancora si sente sottile il rumore della lampadina surriscaldata.
Sibila nel buio.
Rischiava di rompersi
non avremmo piu potuto accenderla
solo scuoterla e sentire i frantumi sbattere contro le pareti.

lunedì 8 dicembre 2008

Presuntuosamente continuo ostinata a pensare che no.
Penso che vorrei raccontarti come è andata credendo che ti interessi saperlo.
Davvero ho sbagliato.
Ma non riesco a crederci fino in fondo.
Non cè tempo.
Il tuo tempo non è piu dilatato.
Il mio si.
ho ancora questi momenti morti in cui posso pensare che vorrei dirti che ci hanno regalato dei panini come fossimo barboni.
Non posso averlo immaginato. non soffro di allucinazioni. 
Tutti dicono
tutti commentano
ed io sono vittima di sguardi che giudicano il mio essere stata sciocca nel credere che era vero.
Fino a che non m dimostrerai il contrario
io penserò che era vero.

mercoledì 3 dicembre 2008

nudo senza la tua vera pelle

Maschera

Avevo immaginato il momento in cui ci saremmo visti. Avevo immaginato quasi ogni dettaglio e avevo giocato con visioni inverosimili da dormiveglia.
Rimaneva un legame con il cuscino, un'idea che aiuta a dormire sereni.
Invece mi stupisci e mi dedichi un pensiero che oltrepassa la tua testa e arriva alle mie mani piene di sporte che tagliano i palmi.
Arriva alle mie mani che hanno smesso di tremare solo dopo ore.
Scappo da occhi onesti che credevo di rivedere a breve.
Scelgo la canzone adatta ed aspetto con i piedi in fila e lo sguardo opaco perchè i miei occhiali sono sempre sporchi, sempre graffiati.
Avrei voluto essere bellissima ma non lo ero.
Ecco 
E' qui che dimentico di avere una casa in cui tornare, delle persone da avvisare, orari da rispettare.
Ci dimentichiamo tutti e due forse.
Bere e mangiare senza darci importanza trascinati dalle voci.
Trascinata dalla voce dovrei dire.
Trascinata dal ruvido che pensavo fosse l'espressione del vero.
Perchè l'iride non mente.
Le gambe sotto un tavolo non mentono.

Non dovrebbero mentire.

Ed è così che vinci.
Avevi già vinto dopo pochi minuti. Dovevi accorgertene .

Oggi hai scritto.
Hai scritto e vorrei chiederti se significa qualcosa.
Perchè credo che non significhi nulla.
Le mie mani erano al sicuro tra la plastica dei sacchetti pieni 
molto piu che chiuse tra le tue.
Ero al sicuro sapendo che il sesso è solo sesso ma quello no.
Quello no perche tu hai voluto che fosse no.

Innocente nel sentire la tua guancia al mattino che si permette di essere dolce.
Ti sei permesso di essere dolce.

Ed io
Ho sbagliato.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato.


domenica 30 novembre 2008

Il blu non mi interessa

Strappami ancora via i pensieri.
Perchè anche se male riesco a dormire.
Fumo i resti del posacenere mentre piove.
Io non lo so chi sei e quante liste hai.
Ma non dilatare il tempo o non verrò più via con te.


" E adesso che ti sei ritrovata non perderti più.
  Non inciamparmi su travi di legno fresche di vernice"
Se potessi tagliarmi come la tela di un quadro,
riusciresti a guardarmi dentro?


domenica 23 novembre 2008

Treni pericolosi che si pagano sempre. 
Il demonio è nascosto dietro la porta del bagno e cerca di fare un viaggio gratuito fino a li. 

Non si aspetta nulla 
lei non ha voglia di investire preziose memorie sulla tua mancanza di fiducia. 
Dovresti smettere di accollarle una colpa solo tua. 
Se sta viaggiando veloce adesso, è solo perchè glielo hai chiesto tu.

I treni si pagano sempre.

sabato 22 novembre 2008

Pistacchio

Adesso apro la finestra e arriva la tua voce per dirmi che ci vediamo tra poco.
Che usciamo anche se fa freddo e che il freddo lo prendiamo insieme.
Così camminiamo delle ore tra le facce e non le guardiamo. Le guarderemo poi dopo o domani. Ti accompagno verso tutte quelle cose che non conosci, tutte le parti nascoste che non hai mai saputo che esistessero. Sottobraccio come i bambini che vogliono fare i grandi e come i vecchi che si sorreggono a vicenda. "Possiamo anche fermarci se vuoi, beviamo qualcosa qui che costa poco ed è carino" la musica non copre le voci ed i tavolini sono dei perfetti tondi instabili. Mi imbarazza guardarti così da vicino mi imbarazza trovare la strada per tornare verso casa mia e non riuscire a ricordare la via più breve. Ma è ancora presto per tornare a casa anche se è buio. Bevi ancora un pò se hai sete e anche se costa poco c'è un sacco da mangiare. La piazza è bellissima lo dicono tutti ed è vero. I luoghi comuni nascondo pezzi di verità. Quindi ti porto qui, dove venivo sempre quando ero molto più piccola anche se faceva freddo, anche se faceva buio. La domenica mattina sembra un tappeto, dove i bambini possono giocare mentre i genitori immortalano la loro infanzia. Tutti i bambini hanno una foto qui, con il cappotto ed il cappellino calato sulla fronte. Alcuni anche con le manopoline di lana che non ti fanno muovere le dita ma che alle mamme piacciono tanto. Rimaniamo ancora, con i bicchieri vuoti ad ascoltare l'eco di altri dagli angoli. Coraggiosi parlano nonostante la puzza. "Caminiamo ancora un pò?" si andiamo dove vuoi tu, tanto è davvero uguale in pomeriggi così, dove i luoghi sono solo luoghi e non servono a nulla. Ma è così tardi adesso che potremmo dovremmo andare.. 

mio tuo

La giornata si apre come un sipario fumoso e drogato. Non ho abbastanza elementi per capire come si possa rinnegare il sole quando il sole c'è. Schiacciarmi il braccio con tutto il tuo peso sarebbe stato irrilevate se non fossi stato tu. 

(Adesso i suoi capelli saranno tra le dita di qualcuno.
Le mie non possono più accettare un contatto esterno. Buttati via se pensi che possa servirti. Accartocciati e fai canestro nel cestino da lontano.)

giovedì 20 novembre 2008

Colin e Chloé

"Questo è Colin" disse Isis. "Colin le presento Chloé".
Colin deglutì. Sentiva in bocca un solletico, come se stesse mangiando frittelle bruciate.

...

La nuvola li avvolse. Là dentro faceva caldo e c'era un odore di zucchero e cannella.

Neon

E' stato un puro caso che tu passassi di qui e mi guardassi giusto il tempo per farmi venire freddo dentro. 

"Rovistando tra i futuri più probabili
 voglio solo futuri inverosimili" (cit.)

Cose brevissime tipo bagliori che lasciano aloni al neon 
che è sempre stato sopravvalutato nelle moderne installazioni d'arte contemporanea.
Anche certi tagli sono inutili. 
Anche certe persone sono inutili anzi nocive.

Se arriverai non ci sarò più

" In realtà io e te siamo bugiardi
   ma talmente romantici da credere di essere  nel giusto"

Hai ragione a dire che si tratta di un flusso di coscienza che per epilogo ha un virgolettato.
Hai ragione a dire che lo specchio significa altro
Alice dietro lo specchio
io dentro io davanti io sotto.

Questa è la nostra pozzanghera immobile.



mercoledì 19 novembre 2008

Perderai l'incubo che ti scioccò perderai la cera sulle bottiglie.

Quindi è cosi che hai trasformato tutto il tempo costruito.
Lo hai allineato messo di spalle e giustiziato freddamente, gettando i minuti e i momenti in una fossa insieme a tutti gli altri minuti e momenti.
Non potrai più averli indietro una volta che avrai gettato la terra fresca.
Sarà inutile scavare perchè non hai conservato nulla.
Quando prenderai la pala tra le mani e disperato tenterai di riconquistare anche un solo frammento di memoria troverai solo edera e vermi.



Egoismo e vergogna

Il mio viso
     trema
Non riesco a vederne i contorni dallo specchio.
Morte certa per i tarpatori d'ali.

Morte certa per le visioni indotte

Grovigli

Intenti antitetici.
Impulsi autodistruttivi.
Imperativi morali che limitano la sfera d'azione.
Omogeneità ed aspettative calibrate in funzione della stabilità del possesso.

E' incredibile la differenza che può fare un giorno.

Forbici

Sensi intorpiditi dalla pressione sballottata e da un corpo che non sarà mai all'altezza.
Non mi interessa comunicare il disagio che procura il movimento del bacino e la pesantezza delle braccia.

Vorrei solo tagliarmi alcuni pezzi del corpo
e non trovarmeli più addosso

Tempi moderni

E' triste vedere come aumenti il contagio. Malattia infima dilagante, mediocre. Si espande trascinando le sue vittime sempre più in basso. Trasforma i volti smagrendoli viziandoli. Svuotandoli di idee e della consapevolezza dell'agire.
Virus creato in laboratori sterili trasportato da tutto quello che respira approfittando della debolezza. 

Pentola che straborda sporcando il fornello, aizzando il fuoco.

Senso di incertezza e impotenza.
Trovare un colpevole quando si sta morendo per mano di una scelta, succubi della propria volontà.

Dentro, oltre

Aria di lacrime ruvide trattenute 
lasciate bruciare in uno stomaco.

Aria intrisa di silenzi 
incomprensioni mischiate al fumo.

Aria che scende nella gola 
perforando 
sedimentando rancori

Corrode le pareti
insinuandosi 
incrostandosi duratura.

Malessere invisibile in superficie

Miele e formaggio sul tagliere di legno. Risotto agli asparagi servito sul piatto di ceramica bianca ovale. Vino bianco che accompagna i sapori versato in bicchieri sottili. Tovaglioli rettangolari per le labbra lisci sulle gambe. Nessun odore diverso dal profumo del miele del formaggio del riso e del vino. Nessun fiore, nessun incenso. Solo candele lunghe e scure al centro.

Vai via

Non voglio inserire nessuno. 
Ogni entrata sarebbe un'intrusione.
Le porte rimangono socchiuse 
fanno filtrare la luce
Ma le stanze vogliono rimanere in penombra.
Camera d'albergo.
Quadri appesi alle pareti incomprensibilmente brutti. Cornici di finto legno, tende e divano di un colore indefinito scelto perchè dovrebbe piacere a tutti. Quando non piace a nessuno.
Attendo cercando di capire cosa succederà nell'arco di queste ore senza rumore.
Non capisco il mio ruolo ma so che tutto volevo meno che tornare nel mio letto.
Fumerò trattenendo il sonno sforzandomi di non pensare.

the knife

Come un grido capace di spezzare gli specchi.
Rimane vetro rotto
frantumi sul pavimento
impossibile ricomporre la stessa figura

l'immagine riflessa è storpia.

Dorothy Gray

Svegliati adesso dopo l'anestesia.

Dopo un grave incidente accorgerti che ti hanno amputato un arto.
Senti quasi il bisturi sulla pelle che trapassa la carne facendoti sanguinare.
Senti il dolore di una ferita. Ancora non è cicatrice.


Convivo con la schizofrenia di una personalità infantile.
Non morire mai lasciami doppia e inquieta. Lasciami con le mie domande e i miei profumi conservati dove possono rimanere al chiuso. Dove possono rimanere.
Non compro più le caramelle al miele ma una ragazza me le ha regalate fuori al freddo in montagna. Ed io non ho buttato via nemmeno il loro involucro rosso che fa rumore.
Non lo hai mai capito non lo hai mai capito.

P.H

Nervosa. Le pupille si dilatano, voglio urlare.
Picchiare con forza qualcosa e liberarmi dall'ossessione
sono
solo
impressioni momentanee.
Ripeterlo funzionava.

Questo stato conferma la presenza martellante di una convinzione.
Torniamo indietro di tre giorni
rimango china sui miei fogli e non ti seguo più.
E' solo colpa tua se non sono concentrata e mi perdo a fissare punti a caso sulla siepe.

Qualunque cosa tu stessi facendo
ha interferito con tutto quello che stavo facendo io.
Spacca il cuore.
Lo prende 
lo stritola tra le mani fino quasi all'ultimo respiro
per poi salvarlo.

Iride

Il suo lato oscuro non deve spaventarti
ma è il suo mutare da vittima a carnefice tagliandosi le mani raccogliendo i frammenti di uno specchio infedele.

Manipolazione crudele di tutto quello che non vuoi rappresentare.

L'iride non può mentirti
perchè è sensibile alle luci.
L'orafiore aveva fermato i movimenti
ovattato i rumori.
Camminando all'incontrario
il tempo era nostro.

Giusti accenti

Berta camminava per strada a testa bassa e non lo fa mai.
"Voglio solo fissare la punta delle scarpe e non sentire tirare i fili sulla testa."
E' vulnerabile in silenzio
non vuole ascoltare le sue voci.

Manca cosi poco per riuscire a sentire dolore.

Molle

Corpi inghiottiti dal divano 
che diventano cuscini.

Andirivieni macchinosi hanno bisogno di una pausa di riflessione perchè i pensieri meritano di stare comodi adesso e non nella fossa dei fachiri.

Buio

Dovrei spegnere la luce su certi fatti.
Spegnere la luce e svitare la lampadina: 
così ogni tentazione di accensione sarebbe inutile.
Il buio non può che essere una risposta.

Dislivelli

Il mio cuore malformato
non riceve lo stesso sangue.

E' un'inguaribile asimmetria congenita.