venerdì 12 dicembre 2008

Dinamiche

Guarda che alla fine è cosi che vanno le cose. 
Anche a noi che le situazioni le viviamo e sorridiamo per strada e le raccontiamo e le esasperiamo e le idealizziamo. Le cose vanno per conto loro acide e stronze senza voltarsi per guardarti. Ti sorridono ammiccanti e ti lasciano sdraiata su un letto basso con un cuscino basso che devi piegare per stare comoda.

(Il fumo degli ultimi tiri è quello che io pesto per terra e invece a te piace.
Questo poteva essere un indizio. Indizi e tracce che ignori ma che sono li illuminate da lanterne polverose vecchie e arrugginite.)

E le cose vanno cosi, pali e porte contro cui sbatti tutta la tua faccia pulita.
Se riuscissi a sorridere a parlare anche dal sedile di dietro sarebbe più facile.
Se riuscissi a essere come quando ci svegliamo insieme sarebbe più facile.

Questa cosa è andata cosi. Forse è l'ennesima che ha preso questa forma fastidiosa allungata e pungente.

Ce ne saranno altre.

Non ti servono dinamiche merdose.

(E i denti, io, me li lavo con lo spazzolino)





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