mercoledì 17 dicembre 2008

Sintesi di un metallo pieghevole.

Vedere già la fine allora.

La mia voce come una segreteria telefonica 
la mia voce come una grotta che fa eco.

Tutte le nevralgie 
le notti a vomitare 
le perdite di controllo 
le cene perfette in cucina i piatti da lavare
la musica che perchè non funziona avevi ragione adesso funziona
vedere oltre il mio squilibrio
riordinarmi la mente 
i tram sbagliati rovinando sorprese 
cinque giorni per cinque ricordi nuovi 
l'armadio che è troppo piccolo 
quegli occhi blu che non capiscono 
urla e odio
soffocare
tornare sempre ad essere felici
canzoni cantate male storpiate e registrate 
ti amo ubriachi e rimangiati 
le ultime telefonate rabbiose da nord a sud quando tu eri a nord ed io a sud
tornare e non vedersi non salutarsi

percepirsi.

" Hai scritto sul mio corpo che non è la fine".

Nessun commento:

Posta un commento