mercoledì 29 dicembre 2010

E' che lei ci avrebbe messo un pezzo di futuro piccolo, fino a fine mese.
Tu le hai detto no ma quale futuro, io domani parto e non so quando torno. Dai non mi agitare che se penso che sei qui per me poi devo dirti che prima o poi arrivo. Invece io non lo so se arrivo. La fine del mese è vicina, basta che fai finta sia già domani. Per noi inizieranno le cose nuove, più avanti ce le racconteremo e sarà divertente ricordare che non ci siamo mai salutati per bene.

domenica 5 dicembre 2010

I figli del mio tabaccaio guardano i cartoni in inglese. C'è una televisione di fianco alla porta di ingresso, in alto davanti al bancone. Senza sottotitoli e mentre fanno altre cose, ridono nei momenti giusti. Io per capire bene tutto devo rimanere concentrata, colpa di quelle vocine strane. Loro sono due fratelli di otto e sei anni e dopo scuola rimangono lì con i genitori. Non danno molta confidenza.
Il bar è aperto fino a tardi tutti i giorni, hanno fatto vacanza per la prima volta questo agosto dopo anni in cui mai. Lei è tornata bellissima, riposata e incinta.
Da ottobre hanno preso un aiuto per i pomeriggi, così lei gioca con i figli sul banco frigo e parla con i clienti ma solo quando le va, perché di solito ti dice ciao e basta.
Li sgrida spesso i figli ma spiegando le cose e i rumori sbagliati e tutto quello spazio che tolgono agli altri, perché ci sono un sacco di vecchi che vengono lì a bere e hanno bisogno di appoggi e di mettere il cappello da qualche parte.
Quando è arrivato un certo numero di vecchi lui da dietro il bancone cambia canale e prepara pizzette e tramezzini. Una volta ne ho assaggiato uno e non era tanto buono, loro pero' ne mangiano un sacco e iniziano a parlarsi. Lei veste i bambini che hanno voglia di correre e li porta fuori, tanto la strada è vuota.

giovedì 18 novembre 2010

Mio padre prende delle medicine da qualche giorno. Un quarto di pillola bianca dopo i pasti. Riesce a fare un quarto perfetto senza sgretolare la pasticca o perderne dei piccoli pezzi. Non mi è chiaro come ci riesca, anche se l'ho guardato bene mentre ci spingeva sopra con la lama. Sono solo antibiotici e solo per una settimana, ma non lo avevo mai visto con una scatolina di medicine da prendere. Quello fa i gradini due a due con i sacchi della spesa e io non avevo ancora mai pensato al periodo delle pillole. Mia nonna per dire, ne prende di quattro o cinque tipi diversi nell'arco di una sola giornata e anche il nonno lo faceva come molta altra gente, perfino le mie amiche giovani che soffrono di ansia o anemia. E' una cosa utile e a un certo punto della vita servono proprio. Quindi lui è fortunato che non ne spreca nemmeno una briciola sezionando così bene le quantità giuste da prendere.

martedì 16 novembre 2010

Il mio soldatino mi sono svegliata questa mattina e non c'era più. Prima di dormire lo avevo visto alla finestra che guardava verso fuori con quelle spalle forti tutte dritte. E' andato via così, al buio senza abbraccio. Prima o poi doveva pur partire, è un soldatino con la divisa e la borraccia, fa un lavoro che se mi va di chiamarlo non posso. Quando l'ho visto la prima volta erano tutti vestiti uguali lì appoggiati a riposarsi, ma ho raccolto lui tra gli altri che sembrava diverso con la liquirizia in bocca e le ginocchia un po' piegate. Chissà se verrà da me quando sarà di nuovo qui, se lo vedrò ritornare.

sabato 13 novembre 2010

Volevo pensarti come a uno normale. Invece non ci sono riuscita e ti penso come a uno che ha i super poteri e sgretola i muri con un dito e mi solleva con un dito che peso niente. Fai le cose più veloce degli altri e poi sei bello con gli occhiali, dimmi se questi non sono indizi. Per essere quella giusta devo intuirlo da sola che tu vieni da un altro pianeta o che ti ha punto un ragno geneticamente modificato o che ti han fatto gli esperimenti sul corpo. Tu mi allontani e mi dici non possiamo e allora io faccio quello sguardo che all'improvviso capisco e metto insieme i pezzi e penso ecco adesso tutto mi è chiaro mentre ti allontani dandomi le spalle ma riesci a guardarmi lo stesso perché hai anche il super potere di vedere da più lati contemporaneamente. E questo è il momento in cui iniziamo a condividere un segreto che tu lo sai che io ti capisco e io lo so che tu sei mio.

martedì 2 novembre 2010

Uomini e donne scelgono una casa e dei mobili. Dormono in un letto singolo grande il doppio e dopo alcuni anni smettono di abbracciarsi la mattina. Si tradiscono o si dissociano. La stessa casa con le stesse stanze è di tutti e due. Poi quella poltrona diventa la sua e gli orari del bagno e la cena che non si concorda più e in vacanza si va lì che ci si è trovati così bene. La domenica si fanno i giri ma solo se non piove che se piove è difficile.

sabato 2 ottobre 2010

Le hai comprato cose buone da mangiare in quel bar in fondo alla strada.
Le piacciono le cose salate -quelle piccole- che non sono proprio tartine che le tartine hanno le salse e lì rischi poi di sbagliare. Sono quei panini che con due dita li prendi su dal piatto e puoi anche mangiarli interi. Di solito ci mettono dentro il prosciutto.
Ne hai preso un sacchettino che poi li metti in un piatto e glieli fai trovare in cucina insieme a te quando si sveglia, che ormai tu anche di domenica non riesci a fare tardi nel letto.
Le hai sempre avute le attenzioni che non ti costano sforzo. Però ecco, ricordarti dei panini quello non ti era ancora capitato. Hai sempre preso le stesse due o tre cose, quelle che alla fine se uno le trova gli fa piacere farci colazione. Invece adesso sei lì addirittura preoccupato di aver fatto le cose perbene, che forse era meglio prendere anche delle pizzette.

martedì 28 settembre 2010

Tu non potevi saperlo che mentre era in terrazza a fumare stava decidendo di andarsene via e non tornare. Non lo sapevi che quella canzone per lei è triste, è chiudere con i posti dove la ascolta.
Ti dava le spalle e pensava che era grave sentirsi così anche in quel momento che ormai era primavera.

venerdì 24 settembre 2010

I tuoi genitori ti chiamano e ti dicono che hanno deciso di vendere la casa in cui sei cresciuto per andare a vivere a un primo piano che sai stiamo diventando vecchi e le scale facciamo fatica a farle e tua madre l'ascensore non lo prende che soffre di claustrofobia.
Non dovrebbe fregartene niente, se non che dovrai aiutarli moltissimo a traslocare, ma un po' ci rimani male che alla fine hai passato mezza vita in quella casa, con loro e con le varie ragazze quelle che valeva la pena presentare e le altre che venivano solo quando loro erano in vacanza.

domenica 19 settembre 2010

Imparare a suonare il violino è una tortura.
All'inizio non c'è nessuna melodia, solo rumore.

lunedì 13 settembre 2010

Adesso le piace quello lì che ha la faccia tutta storta.
Si sono visti una sera decisa all'ultimo, mentre tornava a casa dal centro.
E' andata a casa sua senza pensare se sciogliere i capelli oppure no.
A parlare ci sono stati più o meno cinque ore se questo puo' contare, poi un bacio che era il primo dopo quelli dati solo a un altro per tre anni.
Il tutto è risultato abbastanza bislacco e si era dimenticata quanto un corpo puo' essere leggero. Ha aspettato le prime luci per alzarsi tutta vestita e andare via dicendo dalla porta solo ciao.

lunedì 6 settembre 2010

Che gli occhi sono lo specchio dell'anima un par de palle che i tuoi sembrano pieni di cose e di torte a tre strati mentre l'anima tua un campo nomadi dove vivono persone tristi e disperate senza lavoro.

domenica 5 settembre 2010

Era uscito di casa convinto di far parte di quel gruppo di persone che basta essere disinvolti e si puo' indossare tutto. No che non basta essere disinvolti, c'è bisogno anche di una certa struttura ossea, di un certo portamento quanto meno eretto e l'intelligenza delle persone obiettive per dire no io così è meglio che non mi vesto, soprattutto quando hai un appuntamento con lei che anche dopo una giornata passata a correre e sudare è bella e profuma di pulito.

mercoledì 1 settembre 2010

La tua bocca è tra le più belle che ho visto, seria e anche con i denti in vista.
C'è stato un momento che hai fatto una smorfia prima di un sorriso che sembrava una cosa tipica, ma non so se invece era un'espressione precisa che adesso è persa.
Tanto prima o poi lo scopro.

venerdì 27 agosto 2010

Domani rimarremo quasi bloccate sul treno quando sarà ora di scendere.
Poi faremo tutto il viale senza perderci e ci saranno gli abbracci e le lacrime.
Ci sarà molto silenzio e una voce sola che parla, e io che cercherò gli sguardi tutti per terra e sotto terra.

giovedì 26 agosto 2010

Che tu sei così, abbracci e poi ti tiri via di colpo sistemando le cose in cucina.
Guarda che è tutto in ordine e non c'è bisogno di lavare i piatti che possiamo farlo domani.
Adesso è perfetto per guardare quel film che vogliamo vedere da mesi e ci siamo sempre addormentati prima. Tanto nessuno dei due domani deve lavorare.

sabato 21 agosto 2010

Lui ha preso in gestione il posto per farci qualcosa di bello che in quella zona non c'era niente. Lo ha sistemato giusto cambiando i posaceneri i bicchieri e la marca di patatine. Lo ha detto agli amici, lo ha scritto un po' ovunque che lì adesso c'è da bere buono e musica. Ma sembra che ancora la voce non sia girata che continuano ad andarci solo vecchi ed extracomunitari.

mercoledì 18 agosto 2010

E tirala pure la pelle del cuore, tirala via tutta che non ne rimane niente.
C'è solo della carne rossa e spessa che pulsa a dirti io batto per te in questi giorni e anche in quelli prima che da quando ti ho visto mi fai venire i brividi.
Quindi va bene tieniti la mia pelle che anzi guarda sto meglio senza, così riesci a vedere anche tu quanto mi apro ad ogni respiro e quanto mi chiudo se mi dici di occupare poco spazio che hai bisogno dei tuoi.
Sei rimasto in silenzio appoggiato su di lei tante volte e ti sentivo che quasi dormivi mentre io le scoppiavo dentro di gioia. Come per strada alcune volte che era inverno e lei non aveva freddo perché io pulsavo calore mentre ci stavi così vicino quasi dentro.
O quando rideva nel letto con i piedi scoperti ed io ero pieno.

E invece adesso guardami come sono, così gonfio del suo pianto che non mi si può nemmeno toccare.
Ieri è uscita e mi ha lasciato a casa senza pelle e senza corpo.
Quando è tornata ha detto è meglio se per un po' tu non vieni con me, non posso usarti in nessun modo.

domenica 15 agosto 2010

Chissà se lei lo sa di essere la tua donna riempi buchi. I buchi del tempo da solo che ti annoi, quelli delle passeggiate perché farle da solo che tu sei carina e possiamo anche vedere quel film se ti va. Ha i capelli scuri e ogni tanto muove la bocca in un modo che ti da fastidio ma non è una cosa importante che non devi svegliarti con lei vicino anche se spesso ti chiede se puo' restare, che è tardi. Tu le dici che è meglio di no che poi non riusciresti a dormire con lei vicino a te perché vorresti solo farci l'amore. Lei allora va via felice dice hai ragione e tu torni nella tua calma che in realtà avevi una gran voglia dopo tutti quei buchi riempiti di tenertene uno per te.

sabato 14 agosto 2010

C'era che ogni volta si portavano dietro quella sensazione di baci nelle tasche che li tiri fuori e te li spalmi sulla faccia anche quando sei da solo per strada.

giovedì 12 agosto 2010

L'estate delle zanzare

L'estate delle zanzare che se non ci fossero il dolore sarebbe dentro e invece così rimane sulla pelle. Prurito con poco sangue.

martedì 10 agosto 2010

- Scusa sono io ti volevo chiedere posso salire?
- No che non puoi salire guarda che è tardi e ci sono persone che finalmente riescono a dormire qui, per piacere torna a casa.
- Ma davvero solo pochi minuti anche solo per guardarti che comincio a dimenticarmi delle cose della tua faccia.
- Guarda non è il caso che sali è tardi e non ho voglia di parlare di farmi guardare la faccia.
- Va bene senti ma se passo domani? Facciamo colazione domani.
- No guarda no. Torna a casa dico davvero, torna a casa e dormi che domani devi lavorare. Qui non ci sono più cose da dire. E niente colazioni.

sabato 7 agosto 2010

Mi fai cadere quando mi spingi via.
Cado di schiena sull'asfalto e sbatto la testa contro il marciapiede.
Vedo male mentre punto le mani per terra e mi sollevo storta.
Tu mi guardi e mi dici che perdo sangue.

- Scusa davvero scusa, non volevo farti male.
- No non importa, ho cominciato io.

sabato 31 luglio 2010

E il tuo sforzo mi offende.

giovedì 29 luglio 2010

Che bella voce che ha. Non si era mai accorta della sua voce.
Le cose che dice poi hanno un senso e come le dice a lei suonano meglio.

martedì 27 luglio 2010

Prende il bicchiere sul tavolo e lo riempie di acqua del rubinetto.
Chissenefrega se è calda chisenefrega se sa un po' di ruggine.
Ingoia l'acqua e si ritrova nella bocca il sapore del succo di frutta del giorno prima.
Ne era rimasto ancora sul fondo del bicchiere.
Torna nel letto e c'è un corpo che dorme con le unghie rosse, che fuori prima grandinava.
E il sapore di succo di frutta in bocca in quel momento è così buono.

lunedì 26 luglio 2010

Mi chiede se poi ci si intristisce per forza.
Che se da un certo punto in poi passi tutta la vita con qualcuno, un po' di noia è inevitabile provarla e anche del fastidio.
Quindi cosa rimane, il bisogno?
Io le dico che non lo so cosa è che rimane.
A volte non rimane proprio niente tranne la noia e il fastidio.
Pero' dipende ecco.

domenica 25 luglio 2010

Ha comprato le scarpe di un numero troppo grande.
Forse non sa che i sandali con il tacco vanno presi su misura che poi con il peso che spinge in avanti si allargano.
Le dita dei piedi si appoggiano direttamente sull'asfalto e lui si specchia la faccia e sistema la frangia. I capelli sono crespi neri e mossi. Il corpo lungo e piatto. Le gambe pelose.
Lo stanno fissando tutti perché si vede proprio che è un uomo vestito da donna.
Lui invece guarda un barboncino marrone, mi giro e guardo anche io il barboncino marrone e facciamo lo stesso sorriso, quello che se incontri gli occhi del padrone significa che bel cane che hai.
C'è questo amore che doveva renderla libera e invece le ha bruciato gli occhi.
Che poi è stata colpa delle lenti a contatto ferme per ore a fissare il tempo.

domenica 18 luglio 2010

Avevo un gatto bellissimo. Dormiva nel letto con me e comunicavamo a modo nostro. Era un gatto libero, sulla porta di casa un buco per farlo uscire quando voleva. Passava molte ore fuori ma tornava sempre per dormire con me o guardare insieme le cose dal divano. Gli volevo tanto bene era il mio amico preferito. Poi un giorno è uscito e non è tornato più. Io mi sono chiesto tante volte perché ma non sono mica mai andato fuori a cercare dove fosse finito. Tre mesi dopo ho comprato un altro gatto. Adesso è lui il mio amico preferito.
Ci sarà una nuova ragazza più bella che tu abbia mai visto.
Mentre fanno colazione lui le regala un viaggio di nascosto e poi la saluta per andare a lavorare. Lei prende i piatti e li mette nel lavello che tanto li lava dopo, prima di pranzo.
Lui al lavoro pensa a come dirle che partono e vanno lì che credevi me ne fossi dimenticato. Invece no, perché io metto da parte le cose che dici e poi ci penso appena ho un buco libero nella testa e lo riempio con te perché vorrei essere una cosa che tu torni a casa e sei felice e ti accorgi che anche se sono stanco mi ricordo che sei qui quasi per caso e ci devo stare attento a te che scegli di starmi vicino, che mica è facile starmi vicino.

venerdì 16 luglio 2010

Così tanto tempo in piedi nuda non c'era stata mai. E lui che ogni tanto le diceva copriti che prendi freddo mentre lei voleva solo stare lì in piedi nuda con lui che la guardava nei difetti.

mercoledì 14 luglio 2010

C'era lui sul treno che mentre dormiva con la testa piegata ha versato un po' di saliva sulla maglietta. Quando se n'è accorto ha pulito barba e maglietta senza imbarazzo e aprire gli occhi. Io avrei fatto un movimento molto brusco e mi sarei guardata intorno assicurandomi delle facce assorte altrove. Il controllore è passato tre volte e per tre volte lo ha svegliato per fargli spostare i piedi dal sedile vicino al mio. La terza volta si vedeva tutto il fastidio accumulato dal suo fare avanti e indietro sui vagoni da ore. Avrà svegliato chissà quante persone nella stessa posizione. Sul collo poi si vedeva il segno di un morso rosso e quindi credo fosse più giovane di quanto sembrava. Forse era andato a Milano a trovare la ragazza che aveva conosciuto al mare e lei lo ha marchiato prima di salutarsi come fai quando sei giovane, che i succhiotti sono anelli. Tiri veramente via qualcosa quando segni la pelle del collo. Fa male ed è faticoso. Poi un giorno smetti e li riconosci sui colli dei ragazzi. Il controllore non è passato più e lui ha continuato a dormire perdendo saliva. Solo che non faceva impressione come su un adulto, questo ragazzo era tenero con la bocca spalancata e stanchissimo. Non c'era nessuna maleducazione. Quando mi ha vista che cercavo di prendere la valigia mi ha detto "bisogno aiutare?" con la voce strana di uno che non parla la tua lingua ma che per qualche motivo la conosce un po'. Ragazzo gentile. Alla stazione era spaesato e guardava tutto ma non cercava aiuto altrimenti mi sarei offerta di indicargli la strada.

martedì 13 luglio 2010

Il sangue pompa storto nel mio cuore.

Cosa vuoi che ti dica

Cosa vuoi che ti dica, io non so cucinare con il forno. Posso sempre tagliare le verdure dentro un piatto e mischiare bene i colori ma il forno no. Ho provato una volta quando eri fuori ma è rimasto tutto attaccato alla teglia ed era nero. Poi sei tornato che c'era ancora uno strano odore e io ho fatto finta di niente. Le madri dicono che basta imparare i tempi. Le loro madri dicono che dipende dal tipo forno. Io dico che non sono capace di avere pazienza o mi dimentico che c'è qualcosa dentro. Rimane molle o diventa tutto crosta.

lunedì 12 luglio 2010

Nel mezzo tra il prima e il dopo ci sei tu.
In te non esistono delle cose e certi pensieri. Che proprio non ti vengono perché non ci sono tra tutte le cose che hai.
Prima molto prima forse sì, adesso è tutto prosciugato e c'è molto spazio per sedersi e stare zitti.
Adesso dormi e dormi voltandomi le spalle che a me non ti aggrappi mai che non c'è bisogno.
Così io mi siedo lì in tutto quello spazio di terra e erba bassa che non punge e non fa solletico. Guardo con le mani sotto il mento che ci sono degli orizzonti con il sole che cala e con tutto il tempo uguale senza che volino uccelli o cartacce.

mercoledì 7 luglio 2010

Non conosco bene la tua calligrafia e non so come scrivi certe parole o come ti escono dalla bocca. Tu i pesi dove li hai nascosti scusa perché sembra che non ce ne siano mai poi arrivano tutti e fanno diventare cielo e occhi neri e vuoti senza pioggia o confidenze. Non c'è mica nulla nel mezzo e nello spazio che abbiamo lasciato lì perché fosse il nostro. Di nostro c'è un po' di cibo forse e un po' di corpo. Ma tutto sempre un po' che così rimane la voglia dicono. Mi è scappato non so dove l'entusiasmo. Forse ha trovato il tuo che io mica so dove si trova e adesso sono lì insieme a divertirsi di nascosto.

martedì 15 giugno 2010

Credo perché fosse spontaneo.
Qualcosa in lui era rimasto perfettamente pulito.

domenica 6 giugno 2010

Il caldo si appoggia sulle cose e le bagna.

martedì 25 maggio 2010

Che adesso che ci penso quella sera hai visto qualcuno che non avevi voglia di vedere.
Adesso che ci penso ogni tanto capisco delle cose che mi sembravano solo sbalzi d'umore.
Se avessi il tempo di guardare ogni cosa credo che mi sembrerebbe tutto molto più torbido.
Sì torbido e oleoso che se ci infili la mano dentro rimane unta.

giovedì 20 maggio 2010

Torniamo al tempo in cui tu non ci pensavi ad abbracciare qualcuno. Stavi nelle tue cose senza altre mani a pasticciarle. Poi conosci molte persone conosci anche quelle che dicono cose giuste a cui non avevi mai pensato. Si vestono con dei tessuti lisci e le segui nei discorsi mentre pensi che tu li vuoi toccare quei tessuti lisci. Pensi anche che farsi toccare non significa per forza disordinare tutto, anzi. Poi dipende dalle mani e dai tessuti, questo è ovvio.

mercoledì 19 maggio 2010

Lei è molto bella. Ha le braccia sottili e le muove bene. La pelle sembra morbida. Ti chiedi se è simpatica come sembra, se tutte quelle cose che dice le sa davvero o le ha solo sentite dire. Sembra una di quelle ragazze che dici questa è diversa e non ci pensa a quelle cose a cui pensano di solito le ragazze. Questa qui è già una donna e poi vedi come non cerca conferme. Deve aver visto molti posti, ha vissuto sicuramente un periodo all'estero. Chissà qual è la sua lingua preferita. Anche i capelli sembrano morbidi. Poi guarda come ride a bocca piena. Ci pensi che forse ha delle cose da insegnarti una così. Si alza e fuma vicino alla porta fuma piano guardando niente lontano. Se esci adesso e le chiedi una sigaretta forse potresti scoprire delle cose, come la sua voce per esempio. La voce è una cosa importante. Quindi esci e le chiedi una sigaretta mentre è ancora a metà della sua. Tu non sei il tipo di persona a cui viene spontaneo socializzare ma le fai una domanda alla quale può rispondere anche solo sì o no. Scopri che ha una bella voce e che avevi ragione, ha vissuto per un periodo all'estero e in alcune città diverse e ride a bocca piena anche con te che non ti conosce nemmeno. Qui potresti iniziare una conversazione ma ti basta sapere che avevi ragione. La saluti contento guardandole un po' le gambe e pensando che pero' le mie sono meglio.

giovedì 13 maggio 2010

Il ragazzo con cui mi bacio ha la bocca stretta e il sorriso dolce.
Abita lontano e quando vado a trovarlo, finisce che piango.

mercoledì 12 maggio 2010

Così non va bene, gli dice. No che così non va bene, le dice.
Poi rimangono in mezzo alla stanza che è piccola e stretta. Lei apre gli occhi come per chiedergli quindi e lui si stanca di guardarli.

mercoledì 28 aprile 2010

E' che tu alla sua felicità non ci tieni. Tutte quelle cose che non si aspetta tu non gliele dai mai.
Dopo che avete fatto l'amore vi siete vestiti male e siete scesi a mangiare qualcosa.
E' strano pensarvi come due innamorati, quelli che si vogliono bene che si dedicano il tempo e le cure.
Poi sarà anche vero che il calabrone non può volare ma poi lo fa lo stesso.
Voi cosa ci fate adesso con tutto il sonno e la stanchezza accumulati. Dormite male e i gomiti non si incastrano da nessuna parte.
Entra il sole ma è filtrato. Lei ha preso freddo alle braccia e per scaldarle c'erano solo le mani.
A te non è nemmeno venuto in mente di prenderle una coperta mentre dormiva e aveva la pelle d'oca.
Poi la svegli con un sorriso e le dai da bere come a una pianta, ma come fosse una di quelle che tollerano la siccità.

domenica 25 aprile 2010

Ti buco i pori della pelle con uno spillo.
Lo tiro fuori solo quando il dolore è finito.
Così poi ricomincia.

sabato 24 aprile 2010

Non sei tu a essere forte.
E' lui che è debole.

martedì 20 aprile 2010

Le cose importanti sono due

Le cose importanti sono due. Bere molta acqua e uscire di casa. Alla base di una vita felice ci sono le cose importanti. Alla base delle cose importanti ci sono queste due. Da qui poi derivano la sana e robusta costituzione e la curiosità verso le cose e le persone. In casa ci torni e sei felice. Ci torni la sera e durante il giorno per prendere le cose che ti sei dimenticato. Spesso esci senza voglia. Spesso rimandi -rimando- appuntamenti per pigrizia. Poi ci sono gli aspetti della condivisione che non sono da sottovalutare. C'è l'amore che incontri fuori di casa e che prima o poi ritrovi lì quando torni. Ma se non bevi molta acqua non stai bene, se non stai bene non esci, se non esci non condividi, se non condividi non torni mai da nessuna parte e stai fermo.

sabato 10 aprile 2010

La verità, vi prego, sull'amore

Scrivi le tue poesie d'amore con tutte quelle parole che odio.
Il risveglio è un momento terribile della giornata migliora solo dopo un pò e non mi basta la sua faccia vicino anche se è abbastanza.
Scrivi delle foglie e dei fiori che se li raccogli muoiono.
Seccano nei quaderni e ungono le pagine con quello che ne rimane.
Ci sono tutti quei colori pastello e quelle formule soffici di tenerezze con la pelle e con i baci.
Con la pelle ci fai il sesso e con i baci i saluti, strofinarsi il naso non funziona.
Io le poesie d'amore le voglio maschili e piene di vita
senza tutte quelle frasi dove il cielo si mischia con le arterie e il vento con i respiri.
Se respiri il vento tossisci.

venerdì 2 aprile 2010

Lui era pronto a salutarla andandole in contro con la bicicletta.
Aveva anche rallentato un pò, per fermarsi eventualmente a parlare.
Lei ha voltato la faccia dall'altra parte facendo finta di non vederlo.

Lui ha spinto il piede sul pedale e ha chinato la testa passando oltre.
Lei sembrava sollevata oltre che crudele.

venerdì 26 marzo 2010

Dove vivo io

Dove vivo io devi farti le scorte di tutto per l'inverno.
Le scorte di acqua e di cibo, di carta igienica e di medicine.
Dove abito io, d'inverno sei completamente isolato.

Ogni anno dimentichi qualcosa di diverso e certe volte sono cose piccole di cui puoi fare a meno. Ma se dimentichi qualcosa d'importante devi prepararti a sfidare quel freddo e quella neve solo con stivali molto alti e vestiti termici.
Quello che in pochi minuti raggiungi con la macchina devi raggiungerlo rallentato dalla luce e dal silenzio.
Certe volte vorresti solo poter vivere senza alcune cose.

Chi lo ha detto che nulla è indispensabile.
Il suo cuore è un posto giusto dove stare.

mercoledì 17 marzo 2010

Dimenticati tutto quello che vuoi che si realizzi. Ricordati le persone che hai scelto e portale fuori a mangiare. Lascia tutto il resto chiuso fuori distante e leggero. Nessuno può arrivare a quello che vorresti.

martedì 16 marzo 2010

La signora si siede davanti a me e tiene le gambe larghe.
Appoggia la borsa per terra di lato chiusa con un laccio che fa un fiocco i manici sono lunghi e li tiene tutti e due nella mano.
Mi guarda la faccia e mi guarda i capelli raccolti male.
Mi riguarda la faccia e lo vede che ho pianto.
Mi chiede quasi scusa con gli occhi per avermi giudicata per i capelli raccolti male.
Rimane ferma sulla faccia e credo si chieda perché ho pianto e quanto.
Signora ho pianto perché non riuscivo a trovare un pensiero felice.
Sento un nodo qui e non si muove anche se tossisco da più di tre mesi.
Tossisco la mattina appena sveglia e quando sto ferma seduta o quando cammino e quando mi cambio e mi copro per andare a dormire.
Ci provo, mi creda, a sciogliere e liberare.
Con le sopracciglia capisce e mi dice che devo stare tranquilla che passerà che ci sono gli inverni in cui le malattie si trascinano ma che tornerò a respirare.
Lo fa sorridendo piano e spostando gli occhi sulle sue scarpe.

domenica 14 marzo 2010

Vorrebbe dirtelo di essersi sbagliata che non era il caso di mettere tutte quelle parole in fila e di accusarti. Vorrebbe dirtelo che ogni tanto perde consapevolezza e aggiunge del colore. Sistema le cose nella stanza e le mette nei cassetti mentre pensa che potrebbe dirtelo.
Poi pulisce scava sotto le mattonelle e cambia l'ordine di suddivisione dei libri.
Tu sei già andato a dormire e rimani nel letto coperto fino alle guance pensando che lei era bella.

giovedì 11 marzo 2010

Potrai arrivare fino alle guance e parlarle da molto vicino.
Potrebbe anche piacerle sentirti attaccato ai vestiti potrebbe venirle in mente di sfilarli e appoggiarli da un lato. Potrebbe sorridere e stringerti molto, sembrarti felice.

Quando sarai tranquillo pensando che tutto va bene scivolerà via veloce.
Riuscirai a malapena a vederla di spalle.
Rimane sdraiata e pensa che tu non sia poi tanto diverso da tutto il resto, da tutto quello che ti capita e che non devi sforzarti di cercare.

mercoledì 10 marzo 2010

Tu vuoi rovinarmi i pensieri. Mi da fastidio sapere che verrai che ci vedremo che mi dirai ciao come ti trovo bene stai bene. Stavo bene quando abitavi lontano e sapevo che non saresti mai potuto venire in nessun posto. Stavo bene in quei momenti lì uscendo di casa e non pensando che avrei dovuto trovarti davanti a me semplicemente contento di vedermi. Invece io provo fastidio e sdegno. Gli occhi che hai e come li muovi per guardare le cose tutti i tuoi modi di toccarti il corpo e i vestiti e sembra che tutto ti sia indifferente quando invece è dentro.
Sei una danza messa lì a ricordarmi quando mi dicevi le cose nel letto ed io sentivo che avrei potuto lasciarti entrare ancora un pò.

martedì 9 marzo 2010

In cucina piange sopra la cipolla.
L'ha già tagliata a metà ed esce il succo trasparente che andrebbe lavato sotto l'acqua per togliere quella sensazione di bruciore.
Si dimentica di farlo, come sempre.
Un amico dice che quando mette gli occhiali a lui quel bruciore non arriva.
Con lei questa cosa non funziona.
L'olio è già nella padella ed è bollente
rovesciarlo sulla tua schiena sarebbe fonte di grande piacere.
Spingere le due metà della cipolla contro i tuoi occhi sarebbe di grande piacere.

Io non avevo chiesto se era una cosa importante

Lui: No.
Lei: Perché no?
Lui: Non è una cosa importante
Lei: ah, non è una cosa importante
Lui: No. Non lo è.

Le cose importati quali sono quelle importanti.

domenica 7 marzo 2010

Lei è andata via più velocemente questa volta.
Ed è andata più lontano.

sabato 6 marzo 2010

Pensiamoci bene disse.
Pensiamoci bene perché non abbiamo spazio per muoverci dentro questa cosa.
Lei vorrebbe dirgli che no, hanno tutto lo spazio necessario.
Lui si alza e la lascia nuda sotto le coperte aprendo la porta.

Se solo lei potesse alzarsi e andare a casa.

domenica 28 febbraio 2010

Nella bottiglia c'è dell'acqua con dentro il veleno.
Bevilo e cadi a terra sbattendo la testa.
Sentirai tutti i pezzi di corpo abbandonarti uno dopo l'altro.
Io potrei picchiarti mentre muori e farti dei tagli sulla faccia. Spremerci il limone buttarci del sale.

sabato 27 febbraio 2010

Nel bar sotto casa c'è Luisa che ha venticinque anni e lavora lì solo la mattina. Prepara bene il caffè e brucia le cose nella piastra. Si veste con delle camicie con il collo duro mentre il suo collo è sottile e sembra sempre troppo sottile con quelle camicie. La mattina rimane al bar fino a mezzogiorno quando arriva a darle il cambio Sara che lavora lì solo per l'ora di pranzo. Prende tutte le ordinazioni senza scrivere e non brucia mai niente. Quando porta il piatto al tavolo sorride molto e per tutti si inventa una frase da dire. Mentre torna verso il bancone tiene le mani nelle tasche del grembiule. Alle tre va nello spogliatoio e cambia i vestiti mentre Luisa non lo fa mai. Esce elegante e va via senza nemmeno bere un caffè, perché Elisa non le sta simpatica. Elisa chiude il bar tutte le sere. Arriva un'altra ragazza alle sette di cui non conosco il nome che la aiuta a pulire. Parlano molto tra di loro e non sorridono più ai clienti perché vogliono che se ne vadano, però mi lasciano sempre finire di leggere il giornale fino alle otto.

giovedì 25 febbraio 2010

Entri in casa stanco e mi saluti dall'ingresso.
Ancora con la giacca addosso vai in cucina e scaldi il caffè avanzato.
Io dal divano sporgo la testa, vedo a malapena il tavolo, la tua faccia non c'è.
Bevi il caffè vecchio e torni da me svuotando le tasche.
Ho già addosso dei vestiti comodi ma sto sempre attenta che non siano brutti da guardare.
Se vuoi parlare appoggio il libro sulle gambe
e ti guardo mentre rimani in piedi e racconti cose che hai letto e fatto.
Se sorridi senza farmi vedere i denti, ti sorrido senza farti vedere i denti
e torno a leggere.
Parleremo dopo.

sabato 20 febbraio 2010

Cadi di faccia sull'asfalto ti sbucci le guance.
Stordita pieghi le gambe, appoggi i palmi delle mani per terra e ti sollevi piano con la testa molle.

Eri davanti a casa sua, dall'altra parte della strada senza riconoscere i posti di notte.
Lui era camera a pensare alle sue cose senza parlare mentre tu inciampavi sul portone.

Non torni dentro e non fai rumore.
Aspetti un autobus che ti porti a casa anche se ci vorranno molte ore.

martedì 16 febbraio 2010

Quando la cena è pronta si siedono tutti al loro posto e iniziano a mangiare.
La televisione accesa e il rumore delle forchette contro i piatti.
Potrebbero dirsi delle cose, discutere delle notizie o della giornata di lavoro
ma guardano giù dentro i piatti e dritti contro la televisione.
Tutte le spezie sono appoggiate in cerchio al centro del tavolo
insieme all'acqua e al vino e in questo modo ogni braccio può arrivare a prendere tutto senza disturbare nessuno.
Non si accorgono del rubinetto che perde in bagno.
Il tappeto assorbe l'acqua e loro rimangono nudi sul divano sulle sedie.

Mangiano cose veloci e preparano cene di prova.

venerdì 12 febbraio 2010

Tra le altre cose, le chiese se voleva morire.
Rispose che andava bene anche quello
purché non sentisse dolore.

mercoledì 10 febbraio 2010

Alcune volte le persone che dormono non fanno nessuna tenerezza.
Vorresti disturbarle o fare finta che non esistano.
Ma appena dicono di avere freddo e si stringono il corpo sulla pancia, ti alzi e rubi da un'altra stanza una coperta.

mercoledì 3 febbraio 2010

"Ho bisogno di cure.
E se tu non me le dai, non ne faccio a meno.
Le cerco altrove."
Dentro di te è buio.
Non riesco a vedere niente.

giovedì 28 gennaio 2010

Le sarebbe piaciuto averne bisogno.
Sentire di averne la necessità
anche nei momenti in cui tutto è regolare e funziona.

mercoledì 27 gennaio 2010

Ho dormito con lui tantissime notti. Era un sonno pacifico e stanco.
L'acqua era sempre vicina al letto e mi svegliavo per berla.

Mi hai detto che dormi ancora senza cuscino
ma che adesso ti svegli presto e vai a lavorare.

lunedì 25 gennaio 2010

venerdì 22 gennaio 2010

Sono stata in cucina a fumare molte sigarette.
Adesso in camera c'è odore di buono e freddo. Ho mangiato i biscotti secchi senza latte, si sentiva che erano aperti da molto tempo e che erano vecchi, ma li ho mangiati solo per riempirmi la bocca prima delle sigarette.
Ti disturbo muovendo le coperte e sbattendo contro le tue gambe.
Dammi una scusa per non dormire perchè adesso riesco solo a pensare al rossetto sui denti di mia zia che non ha ancora imparato a guardarsi allo specchio prima di uscire di casa. Forse non sorride e non se ne accorge.
Io per anni ho continuato a dirglielo, poi un giorno ho smesso ed è rimasto solo il fastidio.
E' così che si spezzano le cose.

venerdì 8 gennaio 2010

Riempi lo stomaco d'acqua
e così ingannalo.