mercoledì 30 settembre 2009

Persone piccole.

Il potenziale assassino camminava frenetico sul bordo della strada. Le macchine preoccupate scansavano il corpo e le braccia agitate. Chiedere aiuto non significa urlare senza emettere suoni. Le apparenze che difendi con tanta tenacia ingannano i deboli ingannano i fragili. Non potremo mai nemmeno cominciare a parlare perchè le donne libere non ti sono mai piaciute. Le donne che amano troppo sono quelle che amano gli altri e non loro stesse. Forse non ti hanno mai detto che la maleducazione esasperata è patetica e porta a compatire le insofferenze di chi la manifesta. Non ci sono veri amici non ci saranno quando avranno trovato un percorso alternativo all'ozio. La tua donna potrà rassicurarti fino a quando non urlerai sulla faccia di vostro figlio tutte le tue frustrazioni che sono cosi radicate da non sembrare reali. Sarai sempre triste. Spero che questo gioco di sparizioni e apparizioni sia definitivamente concluso perchè stai regredendo nel tempo. Stai tornando indietro. L'autosufficienza è la base della follia quando si tramuta in solitudine. Solitudine di quello che sei e che nascondi con tutte le tue forze.

martedì 29 settembre 2009

La morte dei miei masochismi coincide con la riformulazione delle tue malattie mentali.
L'illusione ottica di guarigioni posticce mi ha definitivamente privata delle minime forze di risposta.
Certi tristi sentimenti avrei voluto non riservarteli ed ora sono gli unici che mi restano.

domenica 27 settembre 2009

Riuscire a vedere del romanticismo nella casualità
rasenta la disperazione
o quantomeno
una forma di evoluto auto convincimento.

Dimenticatodio.

Continuo ad incontrarti a vederti da lontano.
Noi ci muoviamo per la città seguendo gli stessi percorsi a distanza di pochi metri e secondi.
Vorrei chiederti se l'anno di dolori è finito anche per te se l'odio ti è rimasto addosso o se lo hai lavato via. Abbiamo smesso di proteggerci abbiamo smesso di conoscerci. Sono guarita da molte delle mie mancanze e mi chiedo se riesci a fotografare anche le persone che non conosci.
Sei stato una lama anche il manico era una lama.
Non capisco cosa ci sia oltre il vento in faccia oltre le tue protezioni in velocità.
I silenzi dell'indifferenza sono dolorosi anche quando ho impiegato mesi a costruirli.
E mi mancano le tue parole.

Il tempo dei ritorni.

I tuoi stadi di apatia sono diventati rischiosi e non puoi più permetterti di salire sul treno e sentire parlare tedesco.
I tuoi stati di apatia finiscono oggi che ci abbracciamo con sei braccia.
Quindi tu non preoccuparti delle nuove frenesie perchè riuscirai a regolarle, potendone gestire ritmo e dimensione.
Tornerai qui e perfino la strada -che se fosse di sabbia avrebbe le tue orme- ti sembrerà nuova.
Rimarrai atipico e distratto ma saranno solo impercettibili dimenticanze.
La faccia che credi di aver perso è solo rimasta nascosta dietro le scuse di una città lenta e rischiosa.
Le fatiche dell'inverno toglieranno ogni peso dalla tua gola e non dovrai più sputare.
Avremo tempo per lamentarci ed inseguirci tra gli impegni.
Avremo tutto il tempo per essere felici.

sabato 26 settembre 2009

Per quanto mi riguarda potresti morire domani. Contorcerti nel letto urlare dolore e ritrovarti per la prima volta a guardare con gli occhi aperti. Non ho la pretesa di vederti esalare l'ultimo respiro se fossi li cercherei di restituirti tutti quelli che mi hai involontariamente regalato. Rimangono solo sensazioni che mi ostino a tenere strette al corpo fingendo che siano simili alle tue che anche tu sia voluto andare oltre i corpi. Oltre i nostri corpi. Ma la pelle che tocchi non ha sempre il mio sapore non ha sempre il mio bisogno di andarsene la mattina e poi rimanere cercando giustificazioni. Le spine rimangono conficcate nelle dita. Ne ho ancora una che ostinata si è affezionata a me. Cercando di toglierla l'ho spinta ancora più dentro. Non procura nessun dolore ma è lì. Le metafore sono utili meccanismi di sostituzione a tutto quello che ho da dirti e che non ascolterai mai. Con venti ore di treni ieri pensavo a quale fosse il modo migliore per accettare il fatto che non andremo mai al cinema. Non andremo più a cena. Non faremo nulla di normale nulla che accumuli le ore sulle ore i sorrisi sulle parole e i pensieri nei giorni sempre successivi. E' solo colpa tua se non so chi sei. Ed è solo colpa mia se persevero nel voler credere che tu sia solo questo. Vorrei telefonarti e bere un caffè in centro ora che è la stagione delle felpe. Non mi interessa quello che fai mi interessa quello che stai facendo ora se ti lavi i denti o ti stai vestendo per uscire. Quante donne ancora vorranno entrare dentro a quello che vedono di te. Non a te. Mi hai offeso pensandomi così e appoggiando la testa sul mio petto. Se solo fossi coraggiosa. Se solo sapessi rinunciare alle ipotesi di presunta normalità. Sono giorni in cui domini gli stati d'animo senza fare assolutamente nulla e non te lo meriti. Ti meriteresti tutte le urla in faccia. Ma non ti interessa.
Scivolerò via e non te ne accorgerai. Scivolerò via sperando che tu te ne accorga.

giovedì 24 settembre 2009

Parenti scelti.

Ti conosco così bene
che non hai bisogno
di dirmi
la verità.

mercoledì 23 settembre 2009

Raziocinismi.

Ti odio vagamente e ti perdo di memoria ogni tanto. Riesco ad assottigliare le emozioni, ridurle a cartavelina. Questo freddo pieno e discontinuo mi rende perfettamente consapevole di ogni singola colpa. Le tue statiche accelerazioni tutti questi battiti bloccati io li sento muoversi ma dovrebbero rimanere incastrati nel tuo costato non arrivare così vicini al mio. I giorni ammucchiati da mesi sono solo poche ore. E' un desiderio latente è un desiderio irrilevante.

martedì 22 settembre 2009

In-finite possibilità.

Procedendo per gradi dal più freddo al più caldo posso solo dire che.

Ogni volta ti offro le parole che mi riprometto di spezzare nella gola
e mi trovo a cercare il tuo corpo di notte.
Ogni mattina vorrei andarmene prima che tu apra gli occhi
la colazione tra di noi non è contemplata. Interi minuti a desiderarlo e poi non farlo.

Non potevo sopportare l'idea che pensassi che non fossi felice di vederti.

Mi stai mentendo ed io lo accetto fingendo di crederti.
Debole incapace di ribellione.

E arriverà anche il momento dell'odio e il momento dell'indifferenza.
Limiterò gli eccessi.
Limiterò gli accessi.

Condivi così la pelle ogni sera forse. Condividi così la pelle.

Quello che mi dai
non è mai abbastanza
ed è sempre troppo.

domenica 20 settembre 2009

Lo avevi detto tu
che sarebbero rimaste
le spine
sulle dita.

venerdì 18 settembre 2009

Drastiche operazioni di perdita in-volontaria di memoria.
Ti brillano gli occhi mentre attraversi il confine.
Feriti e felici.

Dovrai fare molto rumore e
dovrai farlo piano.

mercoledì 16 settembre 2009

Continuiamo a prenderci a morsi il cuore.
Forse riusciremo a smettere di urlarci contro
abbandonarci nelle piazze
aspettarci per ore.

Profondi come burroni
con tutti i muscoli gonfi d'odio
i nostri cuori straziati dall'amore.

Non riusciamo a toccarci senza lame
senza perdere i sensi.

Noi non facciamo mai finta di non vedere.
Noi non facciamo mai finta di niente.
Il fatto che stia parlando con te
non significa che abbia voglia
di conoscerti.

martedì 15 settembre 2009

Non sono più riuscita a capire cosa fosse vero quanto fosse vero.
Dove sono finite tutte le nostre coincidenze.
Se solo potessi capire dove ci siamo aggrovigliati
come abbiamo fatto a perdere l'odore di pulito.

I pezzi di cuore lanciati dal balcone ormai sono cemento.
Ruote sul cemento.

La pioggia dritta sul cappuccio non può che farci bene.
Ho rivendicato il tempo
ho assecondato le fantasie delle isole tropicali.
Se viaggiassimo insieme
divideremmo tutto il peso in parti uguali.
Riempi il bicchiere fino all'orlo devo trascinarlo sul tavolo per non farne cadere nemmeno una goccia.
Il sole oscurato dalle prime nuvole dell'autunno.
Gli autografi distratti nelle prime pagine
e libri che per voi potrebbero essere anche tutti bianchi.
Il delirio dei soldi in mano
delle monetine accumulate nelle tasche che fanno rumore anche se stai fermo.
L'anno comincia a settembre.
Guardandoti tremare vorrei ancora rassicurarti senza successo.
Sentirti stringere le braccia intorno al mio corpo.
Le tue malattie incurabili le tue cicatrici sterili.
I vetri delle finestre così opachi perchè non hai mai avuto voglia di pulirli.

E qui al buio, da solo,
il mio corpo è tranquillo
e si sente padrone.

lunedì 7 settembre 2009

Tu hai procurato consapevole dolore.
Non sei nemmeno riuscito ad alleggerire la carne
come pretendevi di farlo col cuore?

sabato 5 settembre 2009

Nuovi atteggiamenti svenduti.
Svenuti sull'orlo della sua gonna.

giovedì 3 settembre 2009

Urgenti eruzioni.

Specificazioni che sanno di scuse. La tristezza profonda di molte personalità deviate sole semplicemente confuse. Ho affidato ogni rigurgito alle dita. Ho dimostrato di non essere solo un groviglio di intenti di difetti.
Le sirene non esistono se non per chi le vuole vedere, incolparle di debolezze umane.
Sono solo debolezze umane.
Ho sbagliato tutto quello che era possibile sbagliare.
Ho messo i piedi dappertutto tranne che sull'asfalto solido scuro stabile sicuro.
Mi sono appesa al suo collo
Mi sono attaccata alla tua mano
Ho lasciato che i suoi occhi verdi perfetti rappresentassero un inizio

Ho lasciato che tutti potessero entrarmi dentro
scavare oltre
svuotarmi riempirmi lasciarmi accusarmi odiarmi vedermi bella.
Ho permesso a tutti i miei buchi di salire in superficie di essere visibili ad occhio nudo.
I miei draghi e le mie favole il mio condotto lacrimale isterico il mio stomaco vuoto pieno svuotato.

E tu che nemmeno hai il coraggio di guardarmi trovando scuse credibili
la tua ostentata superiorità che nasconde tutto quello che c'è di buono
un cappuccio e dentro una fuga per le mie colpe e non le tue.

E tu che hai sbagliato tutto come ho sbagliato tutto io narratore giudicante e puro impuro.
Non credere che io non abbia sanguinato da ogni parte.
Non credere che io non continui a camminare con tutto il peso addosso
con tutto il peso di quello che non si può rimbiancare che non si può pulire
solo guardare e abbassare la testa
chiedersi come è stato possibile
chiedersi di che colore era il mio cuore in quel momento forse grigio forse morto forse tuo.

Prendere tutti i pezzi e comporre una figura intera immensa e vergognosa
una figura che mi ha coperto corpo e sensi.
Non ci sono più colpe non ci sono giustificazioni sufficientemente accettabili
e non ci sono luci soffuse sul tavolo.
Le vite incrociate di chi non ha saputo gestirsi e gestirmi. Io non ho saputo gestirmi.

Tenete le vostre mani lontano dal mio corpo. Non sarà più vostro.
Nemmeno tuo. Nemmeno tuo.

Ho giustificato ogni tua assenza, ho trovato le risposte che più mi piacevano
quando vederti attaccato a me sembrava vero. Sembrava tutto vero.
Le tue parole la tua vita appena accennata qui.
La presunzione che emozionarsi fosse abbastanza
che fosse un pensiero sufficiente a mantenere un legame un qualsiasi legame.
Le metafore realistiche di un tempo condizionale di un tempo letale e leggero
l'imbarazzo del mattino ed i baci sulla guancia mentre cercavo la tua bocca.
Volevo illudermi. Ho deciso di credere che fosse diverso.

Perchè mi vedete tutti bella perchè mi vedete tutti bella.
Non ti ricordavo così bella le sirene sono belle.
I miei capelli annodati tra le tue dita.
Le tue dita che potrebbero mancarmi se solo ricordassi esattamente la dimensione della mano.

Tutto questo confuso tremore.
Tutto l'amore dimostrato tutto l'amore negato.
Mi è scoppiato il cuore.
Nessuno potrà nemmeno credere che ne abbia uno per moltissimo tempo.

mercoledì 2 settembre 2009

Dopo le operazioni a cuore aperto
i rischi di infezione le tue mani tra le mie viscere
richiudi tutto
sterilizza cuci allontanati lavati e sparisci.

martedì 1 settembre 2009

Non del tutto.

Tornare ad essere due estranei che si concedono un cenno con la mano camminando sulle direzioni opposte dell'asfalto.
Non fermarsi a parlare.
Non fermarsi a guardarsi
prendersi le mani perdersi nelle mani.
Gli angoli bui non li ho mai temuti non li ho mai nascosti.

Non possiamo semplicemente essere normali noi.
Normali senza pretese senza complicazioni da interventi chirurgici al cuore.
Senza conseguenze delle nostre azioni senza conseguenze condivise ma almeno continuative.

Rischio di ferirmi con le armi.
Rischio di ferirmi comunque.
Potremmo trovare un posto tranquillo isolato aspettare il buio.
Potremmo morire senza dirlo a nessuno.
Poi cambiare idea guardarti fissarti fino all'ultimo respiro.
Ingannato mentre raccolgo le mie cose
mentre lascio tutte le tue dietro di me accanto al tuo corpo.

Non serviva la torcia era giorno non serviva quando siamo arrivati.
Ma io l'avevo portata. L'avevo portata con me quando ancora dovevo morire.

Manco Io Manchi Tu.

Interessarti al mio umore comporterebbe lo sforzo di ricevere abbracci.
Semplicemente quelli.

Ma non riesco a rendermi indispensabile.
Non vuoi rendermi nemmeno partecipe.

Mi chiamerai un giorno qualunque
sentirò caldo anche se sarà già inverno.

...

Solo una piccola parte di me
risponde all'appello
ma tu non la senti
ma tu non la senti.