martedì 31 marzo 2009

Fonte di calore

Sono rimasta e volevo crollarti dentro le braccia
scivolare piano insieme 
senza processarci.

Lasciarmi cadere dentro di te 
non oppongo nessuna resistenza.

Sanguinerai ancora 
mi farai ancora tremare
ci faremo ancora del male
follie reciproche pungenti.

Dovessi mai impazzire di nuovo so che sarebbe solo per un'ora.
Dovrei bloccare il cuore
perdere la memoria a breve termine.
Rimanere.

Gettati nel fuoco come pezzi di legno.

Sono rimasta e volevo crollarti dentro le braccia.
Stanchiamoci le mani  
dovrebbe essere azzurro il cielo dovrebbe almeno vedersi 
il cielo.
Sono durati pochi giorni tutti questi fiori bagnati.

Oggi rimani a casa e usa tutte le tue energie per sollevarti e parlare
non essere silenziosa.

Ed io oggi recupero le mie forze.

lunedì 30 marzo 2009

Le tue confusioni i tuoi tormenti irrisolti che non piangono mai.
Tutta quella cenere è nostra e i filtri ingialliti oltre la grata.

domenica 29 marzo 2009

" Molto forte, incredibilmente vicino"

sabato 28 marzo 2009

Maltempo ma è quasi primavera

Parlavamo di sorrisi interrotti 
siamo finiti per privarcene del tutto.
Non servirebbe riguardare il nastro a rallentatore comunque non riusciremmo a vedere.
I vetri si rompono è il rischio delle cose sottili preziose.

Poi tendere le mani verso un muro capace di sostenere e non di bloccare.

Dieci ore

Asportazione della milza ma nuova aria nei polmoni. 
Aria pulita 
nuova.
La stazione di Milano alle cinque di mattina che ci sono solo 
negozi serrati 
sguardi indiscreti 
tabaccai inaccessibili.
La notte lascia a casa tutti tranne noi 
che abbiamo preso freddo 
che abbiamo perso il sonno
che abbiamo corso da Bologna fino a qui.

Raggomitoliamoci dentro questo abbraccio caldo 
è una dolce certezza.

mercoledì 25 marzo 2009

Ecco svelati i misteri 
fatta luce sui tuoi dubbi sulle tue convinzioni mai confermate.
Sorrido pensando al tuo viso rilassato adesso
cammina pure dritta impettita non pestare le righe delle mattonelle.
Torna piccola. Torna felice.

martedì 24 marzo 2009

Agonia

Si sta sfaldando tutto.
Schianti frontali e muri che dovrebbero sgretolarsi
invece rimangono li. Solidi duri neri.

Non esiste un luogo migliore
non esiste un modo migliore.

Rileggo conversazioni nella mente 
rivedo tutte le parole sulla spiaggia di sassi contro il vento.
Penso agli atterraggi morbidi a quelli di emergenza
al tuo viso che so perfettamente come si muove quando parla.

Vedi che si trasforma anche se vorresti fosse calmo e mai in tempesta.
Arriveranno tutte le strette al petto in un momento solo
sarai sul tuo divano 
nemmeno li al sicuro.

Saranno solo fitte non ti preoccupare
fitte di una parte di te che muore e ti chiede di salvarla.
Ma non potrai fare nulla.
Semplicemente lasciarla morire.

lunedì 23 marzo 2009

Sera presto.
Esco e cammino tanto fa caldo.
Incontrarti per caso senza avere fretta di andare da nessun'altra parte.

Ci sono stati mesi tra ieri e oggi. Mesi interi dove ha fatto soprattutto freddo.
Lui ha fatto le valigie lasciato il monolocale staccato le immagini spento ogni possibile luce.
Lei ha affumicato la stanza buttato scatole piene alleggerito scaffali.

Ha aspettato molto tempo prima di girarti le spalle e sparire
perchè non lo voleva lei non lo voleva.

Dedicale il tempo necessario per deluderla.

domenica 22 marzo 2009

Multipli di cinque

Il rumore veloce dei passi e la tensione condivisa assorbita.
Stanchezza appiccicata addosso sporca le maniche ed i tuoi capelli 
su cui a turno hanno rovesciato alcolici.
Applaudiamo in coro dalla mattina presto fino a che le mani formicolano
fino alle spirali di nomi in ordine alfabetico.

Il rumore lento della tua voce stordita che legge sbagliando ogni rima.
La svestizione parziale di chi ha corso nudo sull'erba di notte.
Certe sciocchezze che tu ripeterai sempre una volta tornato dentro
che ci faranno sentire in un film francese degli anni ottanta.
Tu che piangi
stringimi perchè non sono frasi su di un quaderno nero.
Tornerai da dove sei venuto forse
anche qui non hai mai telefonato spesso.

Ridateci il primo incontro ridateci tutte le volte che abbiamo fermato i posti con i vestiti.

Dovevo andare a teatro

Il caffè di oggi così amaro e tu che mi racconti che non senti niente che domani dovrai fingere.
Ho spostato la testa mentre le vostre voci raccontavano
ho lasciato che sbattesse contro il vento.
Ieri quindi 
razionalizzo l'essere fuori posto il sentirsi fuori posto aver sbagliato posto.
Accasciati sul nero del pavimento e dormi
dormi qualche mese lasciati vincere dal lenzuolo perchè fa già caldo per le coperte.
Perchè voglio dormire nuda se dovessero entrare devono vedere spuntare solo i miei capelli.

Ieri quindi ho capito che dovevo andare a teatro.
Mettere i pantaloni non sentire caldo non sentire freddo
temperatura corporea adatta al luogo.
Non posso sentirmi sempre con tutti questi vestiti sbagliati stropicciati dalle mani nervose
sulla camicia sul collo.
Mi tocco da sola la faccia e la proteggo dagli sputi.

Vinci anche questa sera e goditi il trionfo che ignori
bevi vino bevilo annacquato bevilo diluito nei giorni.

Simuliamo orgasmi dimentichiamo come si fa a provare amore.
I miei capelli non rispondo a nessun ordine non hanno ordine.
Tagliali ciocca dopo ciocca conservale nei fazzoletti come le madri.

Ti ho rincorso a piedi perchè non potevo fare altrimenti.
Non potevo guidare i pali sono troppo vicini la strada con la terra brulla trema.

Adesso bevi vino e scopi con un corpo bianco.
Simula l'orgasmo anche tu.
Puoi riuscirci se la scegli stupida.

Dare valore alle parole è sbagliato anche per chi le allinea rigira compone stravolge urla.
Lasciale uscire libera pure la gola svuotala e sputa.
Credo possa essere utile.

La follia di ereditati romanticismi.
E necessariamente pentirsi anche di aver dato valore a un giorno
Pentirsi di tutto il caldo preso ieri 
ostinandosi a tenere il maglione addosso.
Pentirsi dei soldi spesi in carta e molte monetine 
dei timbri accumulati sulle mani.
Tutte le parole che ho scelto di non imparare 
loro le conoscono a memoria
sono diventate importanti e le ragazze che a grappoli fuori a fumare dicono che sei bello.
Ma per loro sei bello perchè.
A me interessa dove compri i vesititi dove fai la spesa ma smetterò di curarmene.
Diventa ridicolo particolarmente inutile.

Inventiamo soluzioni a qualcosa che non ha significato niente
solo pelle sulla pelle solo gambe che sono troppo lunghe per non toccarsi e si toccano per sbaglio allora.

Ho lasciato i cassetti tutti aperti per non arrivare tardi
ma era già troppo tardi.

mercoledì 18 marzo 2009

una manciata di minuti/2

Non posso nemmeno fumare una sigaretta che mi trema la mano
fingo indifferenza malriuscita.
Non avresti dovuto abbracciarmi e sorridere
forse era solo convenzione una sorta di codice di educazione una buona maniera.
Sono
solo
luci.

una manciata di minuti

ed ecco che torna malefico ad insinuarsi.
Basta così poco per riproporsi la stessa sensazione di schianto da incidente stradale
affacciarsi alla finestra e non vedere niente
solo sentire.

martedì 17 marzo 2009

Parigi

"Forse dorme in una stanza d'albergo anonima.
Forse prepara l'ennesima valigia.
Ma non per tornare qui. 
Qui non tornerà."

domenica 15 marzo 2009

Ripetizioni casuali

Toccati ancora la faccia cercando appoggi sicuri
i tuoi brandelli di discorsi inaccessibili
il tuo iperattivismo propedeutico allo scopo.

Adesso prestami la voce 
la mia è muta perchè lui è sordo.
Ma la tua bocca è chiusa l'hai messa a tacere per evitare imbarazzi.
E dicono che sia tutta una questione di olfatto.

Le indicazioni stradali sono sbagliate.
portano tutte verso un luogo in ricostruzione.
Non ci sono binari viali percorsi.
Cospirazioni cosmiche esilaranti trascinarono la macchina muta nella spirale.
Ore in fila ad aspettare che il traffico si sblocchi
e lei seduta dietro disegna città perdute.

Le previsioni annuali su accadimenti ancora embrionali 
annoiati assorbiti dalla pelle del divano.
Autoprivata dei filtri protettivi iniziali lasciati ferire senza dignità.

Sembravano molto giovani visti attraverso il vetro
anche arrotolati su doghe malconce
accorgersi troppo tardi di camminare con un pugnale nella gola
l'odore aggrappato al letto si è aggrovigliato tra i capelli.
Sono solo nodi. 

Ti ho aspettato e tu credevi che fosse inutile tornare.
Breve sintesi
di un sentimento.

Tutto Niente

C'era del dolore congelato conservato per oggi
rabbia trattenuta con il respiro gonfiando le vene del collo.

Esattamente sette giorni di difficile svolgimento.
Sonno arretrato condensato in una notte sola.

Potrei lasciare che l'aria entri in circolo ed evitarmi inutili nervosismi
fotografare cose trovando un significato utile
ripercorrere i luoghi e costruirci sopra ricordi nuovi.

Ma oggi è già un altro giorno.

sabato 14 marzo 2009

Fondamentalmente puzza e mi fa schifo vorrei solo chiuderlo nella plastica e buttarlo via bruciarlo usare il sacchetto per togliergli quasi del tutto il respiro stringere il cordino forte intorno al collo vederlo immobile perchè sa di meritare ogni mia vendetta.

Essere clemente e dall'alto guardarlo in ginocchio ancora vivo implorare la morte e non la grazia.
Graziarlo e sentirsi di aver perso tutto prima ancora di cominciare.
Camminare all'indietro guardandoti rimpicciolire
camminare all'indietro e vederti sempre fermo.

Hai sempre conosciuto i miei segreti o solo adesso hai voluto renderli di dominio pubblico
hai sempre voluto spiare il mio intimo o solo adesso hai pensato che fosse pericoloso.
Pensare che era invece cosi ordinario banale quasi fedele alla realtà.

Rovinare tutto così, senza un motivo con un senso 
solo assecondando manie di controllo solo cambiando volto e occhi 
solo permettendo alle vene di intasarsi di ira funesta immotivata eccessiva furiosa diversa.

Saluto con la mano dalla nave tutti quelli che vogliono ancora rivedermi quando tornerò.
Voltati a guardarmi più volte il mio sorriso non significa più nulla.
Molto più difficile di quanto pensassi scrostare questo piatto
a testa china sul lavandino più basso del normale.
L'acqua è già diventata fredda e non riesco a eliminare i resti e lo sporco.
Si tratta di sporco. Non di cibo.

venerdì 13 marzo 2009

Torna adesso che questa settimana infernale sta finendo.
Tutta molle ti chiedo solo torna.

giovedì 12 marzo 2009

Ed i nostri fatti privati urlati dalla finestra 
raccontati dalle massaie al pozzo 
raccontati dalle lavandaie
assorbiti dalla terra pubblica.

Mi disorientava vedere tutto quel clamore.
Piazza del paese voltati a comprare al mercato fingi di non vedere il mio passaggio per la via.

Se ci fossero i soldi vorrei portarla al mare e convincerla che anche in riviera può essere limpido qualche volta.

mercoledì 11 marzo 2009

Come cancellare ogni tua traccia solo fingendosi distanti.

martedì 10 marzo 2009

Una piccola illusione. Niente di importante. 
Non rimettere il nastro indietro
srotolalo sventra le cassette butta via tutto.

Le tue mani tremano quando toccano le cose quando preparano da mangiare
le tue mani tremano sempre.

Tu lavori e prendi i mezzi pubblici adesso che è buio
io aspetto che la casa si riempia e vorrei parlare al citofono solo un attimo con la tua voce.
Scendi le scale?
No rimango qui.

Voltati ancora
voglio solo controllare l'ultimo sguardo.
Non ne avrai mai più da me.
Non avrai mai più niente da me.
Finite le follie
Abbattute le pareti contro cui sbattere.

Come tarparsi da soli le ali.

Morte certa ai tarpatori d'ali.
Morte certa ai tarpatori d'ali.
Lavati il corpo 
Puliscilo da tutto.
La pelle deve tornare a respirare ad un ritmo costante.
Asciuga le gocce gelide e tocca ogni punto ferito pulsante.
La vergogna per certi sguardi affrontala con voce calma sicura.
Ricostruisci dalle macerie asporta il marcio riempi il vuoto.

Riconquista e rassicura tutti i cuori che hai fatto preoccupare e svenire.

Sotto anestesia potevi delirare e incolpare medici e visioni
adesso invece ogni dolore è reale e tuo.
Autoproduzioni 
Autopunizioni.

Non sarò mai così. 
Ho corso il rischio di diventare volubile. Sono stata volubile.
Adesso spegni la luce posticcia
il giallo non illumina
il giallo stanca.

San Giorgio uccise il drago. Lo trascinò fuori dalle mura. Il popolo si convertì.
Fallo anche tu.

lunedì 9 marzo 2009

Quelle cose le ho fatte io.
Ero sempre io.
Potrei dormire ancora, potrei scendere le scale e parlare con te. 
Vorrei farlo ma non riuscirei a mettere un piede davanti all'altro adesso.
Cascherei con la testa in avanti contro i gradini.
Invece poi lo faccio e mangio cioccolata mentre cammino.

Mea culpa.
Come sentirsi orribili.
Come ammettere che hai fatto cose orribili che ne hai subite che hai tremato pianto vomitato rischiato di soffocare.

Ci siamo persi mi sono persa.

Adesso andate via, non merito nessuna parola conforto abbraccio.
Scappa da me il più lontano possibile adesso che posso solo rattrappire ogni cuore
compreso il mio.

Sta sera (ieri sera) in punti diversi della mia città persone diverse e vicine stavano soffrendo
compresa io.

Hai dovuto vedere il peggio di me.
Parti che non credevo di avere.
Parti che non avrei mai voluto che vedessi.
Ma non è solo questo.
La morte nel cuore.
Lo sguardo dell'amica più vera
l'insonnia
la tachicardia
illusioni e prese di coscienza.

Quelle cose le ho fatte io.

Passo e chiudo.

giovedì 5 marzo 2009

Mignoli nelle fessure per il teletrasporto.
Ed alle sei precise leggerai sul divano.
Centrifuga emotiva portata all'eccesso.
Baricentro di un equilibrio che pesa tutto su di un braccio solo.
Fermati.

L'astigmatismo che svanisce rimane solo una leggera miopia ereditaria.
Riequilibra gli assi.

Respingi il peggio senza legargli polsi e caviglie
ma non lasciare che copra di pece e paglia la pelle.

mercoledì 4 marzo 2009

Me lo dimostrerai oggi.

martedì 3 marzo 2009

E tu sparati direttamente tra gli occhi. 
Tra la fessura delle sopracciglia.
Rovinati la faccia 
sfigurala
casca all'indietro senza più movimento volontario.
Entrare qui e appoggiare tutto sul divano spogliata dalla fatica di vedere che è tutto normale.
Sette giorni in cui dovrei spingere il peso verso l'equilibrio senza frullare il cibo.
Non ho trovato il bicchiere adatto, non ho nemmeno pensato.
La pelle del viso che tira adesso che è inverno
fa freddo e non smette di piovere e non ho l'ombrello. Io perdo gli oggetti.

Dove sono finite tutte le tue magliette nere?
Dove sono finite tutte le nostre sofferenze.

Dormo nel mio letto.
L'unico che ho scelto e che mi è sempre mancato.
Ho promesso quasi di portarti a cena fuori e di prendermi cura di te.
Ma stai succhiando direttamente dall'osso 
rischio di rompermi come un vaso
di non stare piu dritta di cedere il passo a chi a dire il vero è più lento.

Vado riprendendomi l'equilibrio al centro.

domenica 1 marzo 2009

" Tu non hai le spalle forti.
   Adesso non le hai.
   Smettila di sollevare questi pesi."
Ti devo riflessioni e parole ricopiate citate. 
Non è carino conoscermi nemmeno adesso. 
Le poesie di Pasolini non vanno mai lette prima di andare a dormire. Rubano il sonno.
Ho imparato tutti i tuoi difetti. 
Presuntuosa nel dirlo. 
Quelli fisici quelli organici quelli che non riusciamo a vedere bendati da tutto quello che ci ha fatto girare testa e corpo
e gli sguardi in treno quando già ero lontana spaventata terrorizzata non capivo non potevo riconoscere il tuo odore. 
Io non sono mai riuscita a sentirlo il tuo odore. 
Mi sono sempre rifiutata di avvicinarmi così tanto.
Non permetterò che lei pianga per me.
L'imperativo di diventare importante. 
Individuo solo le mie debolezze.

Sono solo un luogo in ristrutturazione.