domenica 22 marzo 2009

Dovevo andare a teatro

Il caffè di oggi così amaro e tu che mi racconti che non senti niente che domani dovrai fingere.
Ho spostato la testa mentre le vostre voci raccontavano
ho lasciato che sbattesse contro il vento.
Ieri quindi 
razionalizzo l'essere fuori posto il sentirsi fuori posto aver sbagliato posto.
Accasciati sul nero del pavimento e dormi
dormi qualche mese lasciati vincere dal lenzuolo perchè fa già caldo per le coperte.
Perchè voglio dormire nuda se dovessero entrare devono vedere spuntare solo i miei capelli.

Ieri quindi ho capito che dovevo andare a teatro.
Mettere i pantaloni non sentire caldo non sentire freddo
temperatura corporea adatta al luogo.
Non posso sentirmi sempre con tutti questi vestiti sbagliati stropicciati dalle mani nervose
sulla camicia sul collo.
Mi tocco da sola la faccia e la proteggo dagli sputi.

Vinci anche questa sera e goditi il trionfo che ignori
bevi vino bevilo annacquato bevilo diluito nei giorni.

Simuliamo orgasmi dimentichiamo come si fa a provare amore.
I miei capelli non rispondo a nessun ordine non hanno ordine.
Tagliali ciocca dopo ciocca conservale nei fazzoletti come le madri.

Ti ho rincorso a piedi perchè non potevo fare altrimenti.
Non potevo guidare i pali sono troppo vicini la strada con la terra brulla trema.

Adesso bevi vino e scopi con un corpo bianco.
Simula l'orgasmo anche tu.
Puoi riuscirci se la scegli stupida.

Dare valore alle parole è sbagliato anche per chi le allinea rigira compone stravolge urla.
Lasciale uscire libera pure la gola svuotala e sputa.
Credo possa essere utile.

La follia di ereditati romanticismi.

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