sabato 31 luglio 2010

E il tuo sforzo mi offende.

giovedì 29 luglio 2010

Che bella voce che ha. Non si era mai accorta della sua voce.
Le cose che dice poi hanno un senso e come le dice a lei suonano meglio.

martedì 27 luglio 2010

Prende il bicchiere sul tavolo e lo riempie di acqua del rubinetto.
Chissenefrega se è calda chisenefrega se sa un po' di ruggine.
Ingoia l'acqua e si ritrova nella bocca il sapore del succo di frutta del giorno prima.
Ne era rimasto ancora sul fondo del bicchiere.
Torna nel letto e c'è un corpo che dorme con le unghie rosse, che fuori prima grandinava.
E il sapore di succo di frutta in bocca in quel momento è così buono.

lunedì 26 luglio 2010

Mi chiede se poi ci si intristisce per forza.
Che se da un certo punto in poi passi tutta la vita con qualcuno, un po' di noia è inevitabile provarla e anche del fastidio.
Quindi cosa rimane, il bisogno?
Io le dico che non lo so cosa è che rimane.
A volte non rimane proprio niente tranne la noia e il fastidio.
Pero' dipende ecco.

domenica 25 luglio 2010

Ha comprato le scarpe di un numero troppo grande.
Forse non sa che i sandali con il tacco vanno presi su misura che poi con il peso che spinge in avanti si allargano.
Le dita dei piedi si appoggiano direttamente sull'asfalto e lui si specchia la faccia e sistema la frangia. I capelli sono crespi neri e mossi. Il corpo lungo e piatto. Le gambe pelose.
Lo stanno fissando tutti perché si vede proprio che è un uomo vestito da donna.
Lui invece guarda un barboncino marrone, mi giro e guardo anche io il barboncino marrone e facciamo lo stesso sorriso, quello che se incontri gli occhi del padrone significa che bel cane che hai.
C'è questo amore che doveva renderla libera e invece le ha bruciato gli occhi.
Che poi è stata colpa delle lenti a contatto ferme per ore a fissare il tempo.

domenica 18 luglio 2010

Avevo un gatto bellissimo. Dormiva nel letto con me e comunicavamo a modo nostro. Era un gatto libero, sulla porta di casa un buco per farlo uscire quando voleva. Passava molte ore fuori ma tornava sempre per dormire con me o guardare insieme le cose dal divano. Gli volevo tanto bene era il mio amico preferito. Poi un giorno è uscito e non è tornato più. Io mi sono chiesto tante volte perché ma non sono mica mai andato fuori a cercare dove fosse finito. Tre mesi dopo ho comprato un altro gatto. Adesso è lui il mio amico preferito.
Ci sarà una nuova ragazza più bella che tu abbia mai visto.
Mentre fanno colazione lui le regala un viaggio di nascosto e poi la saluta per andare a lavorare. Lei prende i piatti e li mette nel lavello che tanto li lava dopo, prima di pranzo.
Lui al lavoro pensa a come dirle che partono e vanno lì che credevi me ne fossi dimenticato. Invece no, perché io metto da parte le cose che dici e poi ci penso appena ho un buco libero nella testa e lo riempio con te perché vorrei essere una cosa che tu torni a casa e sei felice e ti accorgi che anche se sono stanco mi ricordo che sei qui quasi per caso e ci devo stare attento a te che scegli di starmi vicino, che mica è facile starmi vicino.

venerdì 16 luglio 2010

Così tanto tempo in piedi nuda non c'era stata mai. E lui che ogni tanto le diceva copriti che prendi freddo mentre lei voleva solo stare lì in piedi nuda con lui che la guardava nei difetti.

mercoledì 14 luglio 2010

C'era lui sul treno che mentre dormiva con la testa piegata ha versato un po' di saliva sulla maglietta. Quando se n'è accorto ha pulito barba e maglietta senza imbarazzo e aprire gli occhi. Io avrei fatto un movimento molto brusco e mi sarei guardata intorno assicurandomi delle facce assorte altrove. Il controllore è passato tre volte e per tre volte lo ha svegliato per fargli spostare i piedi dal sedile vicino al mio. La terza volta si vedeva tutto il fastidio accumulato dal suo fare avanti e indietro sui vagoni da ore. Avrà svegliato chissà quante persone nella stessa posizione. Sul collo poi si vedeva il segno di un morso rosso e quindi credo fosse più giovane di quanto sembrava. Forse era andato a Milano a trovare la ragazza che aveva conosciuto al mare e lei lo ha marchiato prima di salutarsi come fai quando sei giovane, che i succhiotti sono anelli. Tiri veramente via qualcosa quando segni la pelle del collo. Fa male ed è faticoso. Poi un giorno smetti e li riconosci sui colli dei ragazzi. Il controllore non è passato più e lui ha continuato a dormire perdendo saliva. Solo che non faceva impressione come su un adulto, questo ragazzo era tenero con la bocca spalancata e stanchissimo. Non c'era nessuna maleducazione. Quando mi ha vista che cercavo di prendere la valigia mi ha detto "bisogno aiutare?" con la voce strana di uno che non parla la tua lingua ma che per qualche motivo la conosce un po'. Ragazzo gentile. Alla stazione era spaesato e guardava tutto ma non cercava aiuto altrimenti mi sarei offerta di indicargli la strada.

martedì 13 luglio 2010

Il sangue pompa storto nel mio cuore.

Cosa vuoi che ti dica

Cosa vuoi che ti dica, io non so cucinare con il forno. Posso sempre tagliare le verdure dentro un piatto e mischiare bene i colori ma il forno no. Ho provato una volta quando eri fuori ma è rimasto tutto attaccato alla teglia ed era nero. Poi sei tornato che c'era ancora uno strano odore e io ho fatto finta di niente. Le madri dicono che basta imparare i tempi. Le loro madri dicono che dipende dal tipo forno. Io dico che non sono capace di avere pazienza o mi dimentico che c'è qualcosa dentro. Rimane molle o diventa tutto crosta.

lunedì 12 luglio 2010

Nel mezzo tra il prima e il dopo ci sei tu.
In te non esistono delle cose e certi pensieri. Che proprio non ti vengono perché non ci sono tra tutte le cose che hai.
Prima molto prima forse sì, adesso è tutto prosciugato e c'è molto spazio per sedersi e stare zitti.
Adesso dormi e dormi voltandomi le spalle che a me non ti aggrappi mai che non c'è bisogno.
Così io mi siedo lì in tutto quello spazio di terra e erba bassa che non punge e non fa solletico. Guardo con le mani sotto il mento che ci sono degli orizzonti con il sole che cala e con tutto il tempo uguale senza che volino uccelli o cartacce.

mercoledì 7 luglio 2010

Non conosco bene la tua calligrafia e non so come scrivi certe parole o come ti escono dalla bocca. Tu i pesi dove li hai nascosti scusa perché sembra che non ce ne siano mai poi arrivano tutti e fanno diventare cielo e occhi neri e vuoti senza pioggia o confidenze. Non c'è mica nulla nel mezzo e nello spazio che abbiamo lasciato lì perché fosse il nostro. Di nostro c'è un po' di cibo forse e un po' di corpo. Ma tutto sempre un po' che così rimane la voglia dicono. Mi è scappato non so dove l'entusiasmo. Forse ha trovato il tuo che io mica so dove si trova e adesso sono lì insieme a divertirsi di nascosto.