mercoledì 19 ottobre 2011

Dimentica subito il suo nome, appena dopo le presentazioni.
Lei gli stringe tutta la mano e torna nell'altra stanza; lui perde il suo tempo a riconquistare Michela.

Toccandole il braccio sorride, poi beve. Appoggiato al muro pensa sia molto bella.
Parla dei lavori che vanno abbastanza bene, della casa che non si trova e della sua stanza sempre disordinata. Vieni a vedere quanto.

La mattina nel letto ha mal di testa e sente Michela parlare con gli altri, c'è della musica bassa e rumore di padelle. Sta già cucinando per tutti. Prepara con quello che ha trovato, poche cose nella credenza e il succo alla pera nel frigo. Anche perché non c'è latte.

Gira la testa sul cuscino e vede il cappotto di lei sulla sedia. La sciarpa e il cappello.
Dalla porta gli dice buongiorno, guarda che stiamo per fare colazione, vieni.

Avrà sicuramente finito cose che avrebbe preferito mangiare in un altro momento.

Dalla camera al bagno, dal bagno alla cucina, il corridoio è tutto pieno di cose.
Si sono fermati in molti a dormire.
Infila una maglietta, di quelle buttate vicino al letto, e i pantaloni della sera prima. Il maglione lo prende dal salotto.

Ci sono cinque persone in cucina. Michela, due amici, uno sconosciuto calvo e quella ragazza di ieri sera. Le tazze sono tutte sporche nel lavello, usano bicchieri.
Tieni il caffè. Sto preparando dei toast con quello che ho trovato.
Grazie Michela.

Si siede e ha mal di testa anche in cucina.
La ragazza di cui non ricorda il nome gira i toast con la punta delle dita, per farli dorare da entrambi i lati. Un movimento veloce così da non scottarsi.
Si chiede con quale di quelli avrà dormito.

Con Michela non sa come fare, dovrà dirle anche questa volta scusa, è stato uno sbaglio, ero ubriaco.

sabato 16 luglio 2011

Hai da offrire dei kiwi, sono nel tuo frigo e li hai comprati per me, anche se non ho mai visto la tua casa. Ne hai mangiato uno ogni sera per tutta la settimana con il cucchiaino, davanti alla televisione; con un piattino sotto per non fare colare il succo. Ti sei accorto che la parte bianca mangiata da sola sa di banana e avresti voluto dirmelo solo girando la testa o parlando a voce più alta.

martedì 14 giugno 2011

Isolato dal vento, c'è il tuo corpo in un angolo. Sembra triste, messo dentro le braccia con la testa chiusa al buio, tra le gambe e il respiro bloccato nella pancia. Ti riposi qualche ora, rimani immobile anche se hai sete e vorresti acqua a temperatura ambiente. Mi piacerebbe appoggiare la mano sul tuo ginocchio e dirti ecco l'acqua, scusa se non ho il bicchiere ma non mi davano quello di vetro.

giovedì 12 maggio 2011

D'estate per non sentire il caldo vivevano in penombra.

giovedì 7 aprile 2011

Il mio soldatino è tornato, con la barba lunga. E' venuto a cercarmi che ancora dormivo attaccandosi al campanello giù in strada. Rimarrà per pochi giorni. Mangia molto e si lava le mani spesso, dice che gli era mancato muoverle e sentire profumo. Quando dormiamo mi abbraccia forte si aggrappa al mio corpo e lo lascia solo quando è sicuro di non cadere o quando sa che sta per ripartire.

venerdì 1 aprile 2011

Fai ordine spostando le cose ai lati della stanza e mettendole in fila o una sopra l'altra se sono dello stesso tipo. La polvere la soffi via e si disperde in aria, se guardi in controluce la vedi girare. Sopra il letto un lenzuolo tutto al centro che si vede il materasso. Tu dormi bene anche così, non ti servono altro che due cuscini sotto la testa e uno di lato come fossi sul divano. Sul divano quello vero i vestiti, nell'armadio i cappotti. Ti piacerebbe usare un porta abiti aperto come il suo ma poi i vestiti puzzano di sigaretta e già si sente dai capelli. Mangi in fretta nei piattini e usi il cucchiaino per il riso. Quando ti vedo lavorare vorrei abbracciarti ma so che non ti piace e così sorrido e basta.

sabato 26 marzo 2011

Dichiarazioni d'amore della domenica, dei dubbi diventati direzioni.
Dici domani dormiamo davvero, dimentichiamo di doverci difendere.
Distenditi, disinteressiamoci del dolore.

mercoledì 23 marzo 2011

Se prendesse fuoco il bidone dell'immondizia nella stanza brucerebbe in fretta, perché dentro c'è soprattutto carta. Brucerebbe veloce anche il tavolo che è di legno, fino ai cassetti nel mezzo con dei soldi in una busta dentro. Se fossi lì mi brucerei anche io prima di provare a spegnere tutto con quello che trovo in casa come degli asciugamani bagnati, sperando che funzioni.

lunedì 21 marzo 2011

Ho deciso che io no non ti amerò. Potrai farmi il tuo sorriso e ingannarmi per ore ma tanto rimarrò lontana e le cose che voglio me le inventerò tutte con la testa senza bisogno di te che mi dici che sono migliore. Poi la sera ti fermerai a parlare con le donne e non sentirò niente, riuscirò a guardare. Se sto così ancora un po' lo posso immaginare come sarebbe bello svegliarci quando ci pare e aprire gli occhi perché ci dobbiamo rivedere. E invece ho deciso che io non ti amerò per niente e tutte queste cose le vivrai tra qualche anno con una ragazza che ancora ci crede e forse ci riuscirà a farle credere anche a te.

venerdì 18 marzo 2011

Se ci stanchiamo non mi importa poi molto, basta che continuiamo ancora un po'.

martedì 15 marzo 2011

Piove molto senza freddo. Sono quasi inciampata sui suoi ombrelli tutti per terra. Gli ho chiesto scusa, guardavo dritto e non mi ero accorta di lui che li vendeva. Nei negozi è caldissimo e ci sono dei sacchetti apposta per non far colare l'acqua su pavimento da sotto l'ombrello. Pero' vanno bene solo per quelli lunghi, gli altri non ci stanno. Trovare slip di cotone e basta è difficile.

sabato 12 marzo 2011

L'acqua fa un rumore nel tappo quando rimane dell'aria. E' un rumore che sembra pianto o quando strofini le cose. Lo senti con le orecchie che lì dentro non è il suo posto.
La sua faccia felice lui non se la merita per niente. Ci sono i motivi della sera prima e quelli della mattina dopo con la febbre. Potrebbe anche fare finta di non curarsene. Il piccolo corteggiamento continua di pomeriggio ma funziona male e lei ripensa a quella coppia di Berlino che si era costruita un giardino sul tetto. Quelli sì che si volevano bene e sapevano come usare tutta questa voglia.

domenica 13 febbraio 2011

Una bottiglia già finita e una ancora chiusa che ci aspetta. Dammi un bacio sulla guancia prima di andare a prendere i bicchieri di là che li avevamo messi da lavare. Muovi le mani sul mio collo contro i capelli e mi fai tutti i nodi che non riuscirò a togliere più, me li sentirò sulla nuca tra dei mesi quando chissà dove sei e cosa fai.

martedì 8 febbraio 2011

Sono morto per mano tua di pomeriggio.
Ho iniziato a dissanguarmi alle cinque ma ho smesso di respirare molte ore dopo, di notte, mentre tu mi scrollavi il corpo con un piede per controllare.

sabato 29 gennaio 2011

Ha quella faccia che si vede che è buono. Con il naso bello che sta tutto pieno al centro. Poi si imbarazza per davvero e si ritira nella giacca dentro la sciarpa. Scappa un sorriso lì sotto, nascosto molto bene.

mercoledì 19 gennaio 2011

E' stato un gesto ad avermi fregato. Tutte le cose piccole che messe insieme fanno proprio te. Non un'altra. Solo te. Io ci provo a dirmi che hai dei pezzi che non vanno bene, tutto il discorso sugli incastri. Pero' mi hai fregato e adesso io non ci riesco a vedere quello sì e quello no. Prendo tutto il tuo blocco intero e sei una cosa pesante da tenere in braccio. Ma se poi ti metto con i piedi per terra io lo so che sorridi e te ne vai. Mi guarderesti con le mani ancora appoggiate sulle mie spalle e piano le toglieresti mentre già ti sposti verso non so cosa da tutt'altra parte.

venerdì 14 gennaio 2011

Qualunque cosa sarà gliela leggerai sulla faccia. Te la ricordi la sua faccia o è diventata un'idea deformata da tutti i giorni in cui non vi siete visti. Forse è anche cambiata dall'ultima volta, tu che ne sai. Adesso i capelli li porta diversi. E poi anche la tua di faccia, chissà cos'è adesso. Faranno fatica a sorridersi o sarà naturale. Lui si è sempre dimenticato di dirti quanto fosse felice. Era felice in un modo che lo spingeva a fare cose incredibili. Come cucinare e dopo pulire tutto.

mercoledì 12 gennaio 2011

Alcune coppie fanno spesso il gioco dell'ultimo sorso. Bevilo tu. No tu.
Lei a quel punto fa un sorso più piccolo, lo divide in due e trova questa bella soluzione.

mercoledì 5 gennaio 2011

Come si dice quando ti tagliano la gola e non muori. Se la tagliano male e tu d'istinto premi con la mano e senti il caldo che cola esce la forza e ti afflosci per terra ma non muori. Si dice che ti salvano la vita che sono arrivati appena in tempo, ma tutto quel sangue chi te lo restituisce, quello che era tuo e sempre stato lì dentro al corpo.
Dalle sacche ne arriva di nuovo che sembra uguale e potrai tornare a camminare. Tutto quel sangue tuo invece non te lo restituisce nessuno. Lo ha portato via lui quando ha premuto contro la gola e aperto la pelle in due col coltello sperando di togliertelo tutto.

Lasciami il tuo numero

Ci sono quelli che li dicono uno alla volta. Quelli che ne fanno grappoli di tre con delle pause in mezzo e quelli che li trasformano in numeri decimali.
Che se è tutto un numero di telefono, è formato da singoli numeri non da grappoli. E' un unico grande numero perché dici "il mio numero di telefono è". E allora se proprio vuoi lo dici tutto intero e attaccato, un'enorme cifra con i milioni, che non lo capirà mai nessuno ma almeno ha un senso.
Se mi dici trecentodue e stiamo parlando, mica capisco se è tutto attaccato o no, se è trecento e due o trecentodue e ancora centouno trentasette, io faccio fatica e mi da anche fastidio. Dovresti essere il campione delle pause per dare forse la certezza a qualcuno di aver compreso tutta la batteria di numeri. E comunque qualcosa ti chiederà di ripeterlo lo stesso, anche se sei il campione delle pause. Che ti costa dire tre zero due uno zero uno tre sette. E' più semplice e solo gli stupidi o i molto distratti si sbaglieranno.
Potrai obiettare che tanto l'altro lo rileggerà in ogni caso, per essere certo di averlo segnato giusto. La differenza è che in uno dei due casi non lo farai sentire un cretino che non sa scrivere una semplice sequenza di numeri e tutti saranno più felici.