mercoledì 31 dicembre 2008

Tachicardia costante da giorni. Irrequieta e delusa da gesti mancati. Stanca di avere male nella testa e di sentirla pulsare. Il mio corpo tutto continua a pulsare. Fermate il pavimento che trema. Fermate gli spasmi degli arti.

Festeggia con persone nuove che ti accolgono.Scarta e regala senza coscienza.
Devo sostenere la faccia con una mano per non farla cadere mentre lui mi racconta la tua tanto negata disperazione. 
Ostenta i colori, i vestiti atipici 
mantieni l'espressione del viso cosi come la ricordo. 
Fissa ferma sempre uguale sempre emulatrice della mia. 

Sostituiamo i ricordi con nuovi ricordi. Sostituiamo candele con torce. 
Continua a ridere del tuo sudore continua a negarti le possibilità di vivere.

Continua a piegarti su di un altro corpo per giustificare la tua gobba.

Sfogati con del rumore tirando pugni all'aria quelli non fanno male non ti toccano non sanguinano non lasciano segni sulle nocche.

Confondere il malessere con il maltempo.

Oggi torno in quel buco. e prendo tutto ciò che è mio.
Dovrei strapparti pezzi di pelle per riprendere tutto ciò che è mio.


martedì 30 dicembre 2008

Parentesi graffa

Previdibilità di ogni azione reazione illogica.
Spossatezza dentro. 
Stanchezza del cuore delle vene dello stomaco appesantito da cibo insano.

Silenzio con immagini da attacco epilettico
Discorsi smorzati ed interrotti a male parole contro la mia volontà.

E' una pellicola che scorre. 
Personaggi di una scrittura da interpretare con profondi respiri e sguardi sconvolti.

Abbandonami seduta sul letto mentre parlo.
Continua a darmi solo quello che ti permette di sentirti fragile di sentirmi responsabile.
Così tu fai.

La mia forza è il nutrimento per tutte le tue paure 
terreno fertile per rimanere sotto una coperta con i piedi scoperti freddi.

Dovrei prenderti per le spalle e scuoterti con tutta la forza che ho
dovrei farlo e dirti che sei egoista 
dirti di svegliarti da questa apatica vita colorata digitale.

Esiste anche qui la noia
i posti tutti uguali le stesse melodie da anni
le facce che riconosci e che non saluti più per strada
esiste anche qui il divano
la stanchezza la famiglia che ti corrode
ed i portici che non ti lasciano vedere il cielo.

Guardarsi e comprendersi in uno sforzo comune.
Lo sforzo deve essere comune.

venerdì 26 dicembre 2008

15 Maggio, quasi notte

" La casa è su quattro piani. Forse chiamarli piani è eccessivo vista la loro scarsa calpestabilità.
Superato il corridoio c'è la nostra stanza che siamo riuscite a rendere confortevole nonostante le lenzuola troppo piccole nonostante le finestre rotte nonostante i minuscoli armadi.
I coinquilini sono entità quasi ectoplasmatiche.
Appaiono all'improvviso per brevissimi istanti e raramente vanno oltre il saluto di circostanza.
Accoglienza diversa accoglienza fatta di mezzi sorrisi.

Aprendo la porta di casa, la prima cosa che si nota è u agglomerato - o rozzolo- di capelli, poggiati su di un fazzoletto bianco. Una sorta di scultura o scalpo che ci accoglie all'ingresso da quattro giorni e che dubito verrà cestinata.

La cucina è il ritrovo di piatti sporchi disposti in pile e di rimasugli di cibi che da li si espandono fino al primo piano, una sorta di briciolame diffuso.
Ci sarebbe, oltre la porta a vetri, un grazioso giardino che però è un accumulo di lattine di birra e fanghiglia.
L'olfatto non puo che rimanere colpito dalla miscela di odori invadenti.

Percorriamo le scale. Osserviamo come la polvere fuoriesce dalla moquette dagli angoli dei gradini.
Al quarto piano, aprendo la porta di sinistra, ecco il bagno.
O quello che dovrebbe essere il bagno.
Oggi abbiamo pulito la vasca il cui scarico è intasato e l'acqua esce a suo piacimento quando meno te lo a spetti con una intensità sempre diversa e sempre comunque scarsa. Ha cambiato colore.

Dovremmo adeguarci a questo clima di indifferenza e atipica convivenza o  proporci con un sorriso tirato perseverando nel tentativo di conoscere persone strane dai gusti culinari quantomeno discutibili.

Siamo qui e sono giorni difficili.
Lo sforzo è incredibile e dovrò cogliere sfumature che adesso mi sfuggono. Adesso tutto è ostile.

Solitamente esiste un momento nella giornata che temi. 
Quello che non vorresti arrivasse anche se sai essere inevitabile. 
Invece adesso la mia giornata è tutta l'attimo che precede quel temuto frammento di tempo.
Una continua tensione. "

mercoledì 24 dicembre 2008

La profezia si avverò puntuale e precisa nel silenzio, mentre le luci cambiavano. 
-Povera Cassandra, Apollo ti condannò ad essere creduta una folle fasulla-

Eccoli i nervosismi.
Riversati tutti addosso come se non scalfissero. 
Posso sopportare rimuovere. 
Sposto l'idea maligna e crudele di dirti e colpirti.
Nervosismi senza scelta.
Sfogali sulla mia faccia.
Butta sale sulle ferite lanciando lontano la parte di te che mi avvicina
diventa pure scurrile 
diventa pure banale.
E' troppo tardi per succhiare via il veleno.
Accusami di essere insolente ed egoista, diversa e silenziosa.

Trova rapida la chiave e aprimi la porta della cantina
lasciami correre più veloce sulle scale ripide salvatrici.
Se solo non fossi volutamente sorda cocciuta piccola da cosi tanti anni.

Certe frasi rimbombano dentro e dentro devono morire.


E non provateci nemmeno a scaricarmi addosso i vostri acuti nervosismi.

Interrogarti sul sudore inarrestabile potrebbe servire

Francamente disgustata dalla ripetitività delle tue azioni.
Francamente preoccupata dalle continue similitudini e citazioni di vite passate.
Dovresti ricordarti di respirare tra un boccone e l'altro.
Hai sempre mangiato senza pensare. senza masticare. senza digerire.
Stomaco gonfio senza sentirti sazio.

Quando vomiterai tremerai tutto e non saprai controllarlo.
Nessuno ti terrà la testa.
E sarà pesantissima tra le tue ginocchia instabili.
Uccidilo perchè non migliorerà uccidilo e ti aiuterò ad occultare il suo cadavere.
Scaviamo lontano dalla città scaviamo tutta la notte e nascondiamo tutto 
copriamo con la terra copriamo con i sacchi neri che bloccano gli odori.
E' tutta una questione di olfatto.
Non capirà nessuno che lo hai ucciso questa notte dopo il panico ed il pianto.
Brucia i vestiti e pulisci con l'acido 
lascia corrodere il pavimento coprirlo di tappeti nuovi.
Anastetizzati e posticipa il senso di colpa.
Forse non sentirai nessun inutile senso di colpa.

Il cuore rivelatore non ti riguarda. 
Il suo pulsare non ti spaventerà non ti renderà onesta
rimani fredda rimani distante 
convinta che uccidere non è sempre una scelta azzardata sbagliata.

Adesso mi alzo in piedi e lascio strisciare la sedia sull'umido del pavimento. 
Mi giro e chiudo la porta sbattendotela in faccia quasi sul naso quasi facendoti male.
Azioni indelicate e prevaricanti.
Mi allineo alla condizione di apatia da raffreddore e respiro solo con la bocca seccando le parole che non ti dirò mai. 
Ingoia il peso della mia distanza.
Le scale non si fermano fino all'ultimo gradino che mi ha liberata dalla cronaca delle sue giornate.
Ingoia anche le mie altalenanti visioni.
Svegliami con un urlo non voglio altro che un urlo.
Sono libera da vizi indotti dall'altrui egoismo.
spilli in gola. 
Smorzata la voce irriconoscibilmente roca. Sembra vecchia anche se è solo stanca.
Cammina con un bastone di fortuna se ti fa sentire stabile, poggia il peso sui gomiti fino a quando non saranno sbucciati.
Voglio vederti ridere voglio vederti alto e forte e rubarti il gelato dalla cialda.

domenica 21 dicembre 2008

Per la seconda volta dico


"Bisogna avere i piedi leggeri per entrare nella vita di qualcuno".

ecco. 
poi le parole perdono valore quando risuonano in bocche diverse.
bocche che sorridono e profumano. bocche che scrivono e si aprono. tu accogli i discorsi e vedi come sia diverso con e senza un rossetto.
lei dice. 

muovi i passi all'indietro prima di spezzarti

venerdì 19 dicembre 2008

trovare il circuito giusto dove girare.
girare non a vuoto anche se in tondo.
Sterilizza il bisturi prima di aprirmi la carne 
i batteri possono invadere il mio sangue e farmi ammalare
farmi rimanere a letto senza voglia di uscire senza voglia di parlare.

Sterilizza il bisturi e accertati che sia lo strumento giusto da utilizzare 
io non ne sono così sicura.

I letti degli ospedali tutti bianchi uguali in fila con i volti spenti e stanchi.

Non necessito di questa chirurgia per guarire.
Non voglio svegliarmi intorpidita e sconnessa.

Quindi firma il foglio e lasciami uscire che oggi non piove.

mercoledì 17 dicembre 2008

Quanta insensata cattiveria nelle parole piccole di chi non ha che tempo da perdere.

Sintesi di un metallo pieghevole.

Vedere già la fine allora.

La mia voce come una segreteria telefonica 
la mia voce come una grotta che fa eco.

Tutte le nevralgie 
le notti a vomitare 
le perdite di controllo 
le cene perfette in cucina i piatti da lavare
la musica che perchè non funziona avevi ragione adesso funziona
vedere oltre il mio squilibrio
riordinarmi la mente 
i tram sbagliati rovinando sorprese 
cinque giorni per cinque ricordi nuovi 
l'armadio che è troppo piccolo 
quegli occhi blu che non capiscono 
urla e odio
soffocare
tornare sempre ad essere felici
canzoni cantate male storpiate e registrate 
ti amo ubriachi e rimangiati 
le ultime telefonate rabbiose da nord a sud quando tu eri a nord ed io a sud
tornare e non vedersi non salutarsi

percepirsi.

" Hai scritto sul mio corpo che non è la fine".

"for you, now that you have learnt to hate"

" la messa a fuoco è perfetta solo al centro".

Non serve conservare un pensiero perchè c'è chi lo ruba senza saperlo.
Quindi è questa "la sintonia con qualcuno che ti toglie dall'imbarazzo di dover chiedere".
Vorrei non sentire il peso delle reciproche aspettative.

Ma sei così intelligente che non ho paura di esternare.

Usa sempre il tuo nome, non sarà mai banale.

lunedì 15 dicembre 2008

"Tremate tremate le streghe son tornate"

sabato 13 dicembre 2008

si. ho paura di perdermi dentro la folla. ho paura di vedere solo teste senza corpi. tranne il tuo che non merita tutta questa dedizione attenzione. ho scritto di abbracci sterili, banale banale banale. volendo risultare minimamente di più. sarà colpa degli occhiali che mettevo e toglievo. forse non sono piu riuscita a vedere niente oltre i bicchieri. torno a guardare da lontano. sfuocato e informe. non capire chi mi saluta dall'altra parte della strada e poi sei proprio tu. tu che non sei piu un volto senza corpo. il tuo corpo fermo marrone e nero. mettiti il cappuccio e camuffati perchè non voglio riconoscerti. 
si. so di aver guardato in un punto preciso tra gli occhi e il naso e di averci visto qualcosa. ho guardato tutta la faccia. le labbra che si muovevano tranquille dicendo ridendo baciando salutando e chiudendosi per non riaprirsi più. 
si. dimentico sempre che la cura non è mai troppa che le attenzioni vanno sempre calcolate che appena sei solo tu diventi vulnerabile e toccabile e feribile e idiota. potrebbe essere lineare: una riga dritta e nera senza tante pretese. tirare una riga che sia una riga e non un disegno.
non disegnare ricamando colorando, tira una cazzo di riga se è quello che vuoi esprimere.
odio le metafore perchè sono belle. odio le metafore perche sono vere. 
si. io odio.
avvalendoti delle tue capacità dialettiche invidiabili potresti avvicinarti e chiederle una cosa molto sciocca che non sappia di scusa. potresti andartene e non parlare piu guardarla distratto. mettere il cappotto mentre lei ancora rimane. andartene mentre lei ancora rimane. qui cambierebbe il motivo per cui tornare nello stesso posto. il motivo diventeresti sempre tu. 
Cuore alastico e mutaforma. 
Stritolandolo pensi esca sangue invece scivola rapido in altre mani a coppa. 
Ufficializza unioni dopo morti. 
Riunisci attorno a te le ballerine che ti fanno sentire meno vinto. 

Tanto tu non balli mai. 

Rimani a sistemare le loro gonne a palloncino. 
Compra per loro vestiti nuovi compra per loro musica nuova 
compra per loro schermi e luoghi importanti. 
Neanche il brandello di un discorso sapevi intavolare. 
Occhi persi tra il muro le mani le cose le stoviglie e le cronache di giornate tutte uguali.
Le stesse giornate che viverle era un peso.
Aspetto solo che la parete si sgretoli 
i pezzi saranno cosi piccoli che li perderai cercandoli.
E non sarò li anche se me lo chiederai.

Guardarti e non sentirti.


e poi ci sono quelli che non fanno niente. che non hanno niente e si vantano. non hanno abbastanza spazio nella testa. soffrono di emicrania fortissima. colpa dell'emicrania colpa nella vita che è cosi veloce. la colpa è tua che non sai curarti. la colpa è mia che non ti do le medicine giuste e sposto le pillole nelle boccette perchè tanto non ti servono a niente. quindi soffri tanto per trovare un modo pluralmente doloroso per scorrere fino a sera. vestiti e truccati. 
oh sei già truccato.
Matrimoni pagani che saltano con spose che corrono via dopo aver pianto per ricevere un briciolo di quell'amore che fu. corrono giù per le scale con il pizzo scomodo sulle caviglie scappano veloci.
doveva essere persempre persempre fino ad un nuovo si.
invitale a cambiarsi nel tuo camerino a vestirsi di maglioni come coperte che conciliano il sonno.
il sonno che non ti fa pensare. scegli lui ogni mattina. 
è mattina ed è buio. è mattina e tra poco è ora di cena. 

venerdì 12 dicembre 2008

Dinamiche

Guarda che alla fine è cosi che vanno le cose. 
Anche a noi che le situazioni le viviamo e sorridiamo per strada e le raccontiamo e le esasperiamo e le idealizziamo. Le cose vanno per conto loro acide e stronze senza voltarsi per guardarti. Ti sorridono ammiccanti e ti lasciano sdraiata su un letto basso con un cuscino basso che devi piegare per stare comoda.

(Il fumo degli ultimi tiri è quello che io pesto per terra e invece a te piace.
Questo poteva essere un indizio. Indizi e tracce che ignori ma che sono li illuminate da lanterne polverose vecchie e arrugginite.)

E le cose vanno cosi, pali e porte contro cui sbatti tutta la tua faccia pulita.
Se riuscissi a sorridere a parlare anche dal sedile di dietro sarebbe più facile.
Se riuscissi a essere come quando ci svegliamo insieme sarebbe più facile.

Questa cosa è andata cosi. Forse è l'ennesima che ha preso questa forma fastidiosa allungata e pungente.

Ce ne saranno altre.

Non ti servono dinamiche merdose.

(E i denti, io, me li lavo con lo spazzolino)





Adesso esci e ti piove in faccia. Esci dalla stanza e non c'è nessuno che ti conosce e ti vuole raccontare cosa gli sta succedendo.Ti prendi la tua pausa da solo calda e bagnata. Ti asciughi e metti una camicia che a te sta così bene.
Per il resto è un buco nero di fotografie e urli che tanto non riconosci, non ti ci riconosci.

Sapere se hai un pensiero nitido lineare e conciso
Sapere se hai perso di vista tutto.


giovedì 11 dicembre 2008

I buchi dentro li hai sempre avuti. Forse è per quello che fai fatica a digerire nonostante 75 euro.
Buchi come fessure, tagli netti e corti.
Le tue difficoltà tutte rannicchiate sul divano e i pavimenti che tremano dentro e fuori.
Adesso stai seduta sulle sedie e non devi mangiare solo in sala solo con le voci di sottofondo.

Il silenzio non è più un rumore da coprire.

Non sono più l'obiettore di coscienza sulle tue ipocondrie.
I fiori dentro crescono sani e non invadono gli organi vitali.
Lavoravo e tu guardavi il mare.
Il tuo tempo ha ripreso a scorrere fluido.

Lei è sul tuo ventre
Ti ricordi cosa significano i brividi sul braccio?
Ti accarezza da quando non può farne a meno.
Ti accarezza tutti i giorni, io lo so.

Pazza scoordinata raccontami la tua giornata mimandola senza senso.



Bruno è in cantina

Quindi anche questa sera non hai preso freddo al collo. Anche questa sera è successo di vederti piccolo come quando ti vestivi ancora di lana. 
Succede che vorrei dirlo a tutti e che non lo sai. 
Mi hai chiamato per chiedermi una cosa stupida e mi sembravi un fratello che fa di tutto per non apparire invadente ma che vuole sapere di più.
Sei arrivato puntuale. Grazie. Sai che ti avrei guardato male altrimenti.
Di nascosto ti osservo e vedo tutto quello che di esclusivo sei.
Abbracciami ancora perchè sento il tuo odore che profuma sempre, anche quando sei sporco
tu
profumi.
" Bisogna avere i piedi leggeri per entrare nella vita di Qualcuno."

Me ne ero quasi dimenticata
e dire che io lo pretendo.

mercoledì 10 dicembre 2008

"I draghi tu ce li hai dentro"

"si."

Libellum

Le mille lire sono rimaste.
Quando non puoi fare a meno di spendere diventano l'unico modo per leggere.

Ti infilo nella tasca davanti e vedo spuntare le poche pagine già piegate.
Con una mano ti sorreggo. Sei leggero.
Rischio di ferire le persone dondolandoti come un ventaglio.
Graffiare le loro dita mentre cercano un appoggio per non perdere l'equilibrio sul tram.

Porti già il mio nome.
L'unico caso in cui "un passo è sufficiente per capire".



Stagnola

Toccati ancora la faccia cercando appoggi sicuri.

Le domande sono sempre le stesse da mesi.
Non ti sei ancora stancato di rispondere?
Non hai ancora smesso di imbarazzarti rispondendo?

Le tue verità sono nascoste sotto metri di terra contaminata.
Terra daltonica e assetata.

Senti ancora il sapore dell'acqua quando hai sete davvero?


14 Novembre.

Anche le certezze vacillano
pur sapendo che non ci sono stati errori di valutazione.
Lo stomaco annodato si contorce 
liberalo da pesi indigeribili.

Non c'è un luogo migliore
Non c'è un modo migliore.

La luce è spenta e ancora si sente sottile il rumore della lampadina surriscaldata.
Sibila nel buio.
Rischiava di rompersi
non avremmo piu potuto accenderla
solo scuoterla e sentire i frantumi sbattere contro le pareti.

lunedì 8 dicembre 2008

Presuntuosamente continuo ostinata a pensare che no.
Penso che vorrei raccontarti come è andata credendo che ti interessi saperlo.
Davvero ho sbagliato.
Ma non riesco a crederci fino in fondo.
Non cè tempo.
Il tuo tempo non è piu dilatato.
Il mio si.
ho ancora questi momenti morti in cui posso pensare che vorrei dirti che ci hanno regalato dei panini come fossimo barboni.
Non posso averlo immaginato. non soffro di allucinazioni. 
Tutti dicono
tutti commentano
ed io sono vittima di sguardi che giudicano il mio essere stata sciocca nel credere che era vero.
Fino a che non m dimostrerai il contrario
io penserò che era vero.

mercoledì 3 dicembre 2008

nudo senza la tua vera pelle

Maschera

Avevo immaginato il momento in cui ci saremmo visti. Avevo immaginato quasi ogni dettaglio e avevo giocato con visioni inverosimili da dormiveglia.
Rimaneva un legame con il cuscino, un'idea che aiuta a dormire sereni.
Invece mi stupisci e mi dedichi un pensiero che oltrepassa la tua testa e arriva alle mie mani piene di sporte che tagliano i palmi.
Arriva alle mie mani che hanno smesso di tremare solo dopo ore.
Scappo da occhi onesti che credevo di rivedere a breve.
Scelgo la canzone adatta ed aspetto con i piedi in fila e lo sguardo opaco perchè i miei occhiali sono sempre sporchi, sempre graffiati.
Avrei voluto essere bellissima ma non lo ero.
Ecco 
E' qui che dimentico di avere una casa in cui tornare, delle persone da avvisare, orari da rispettare.
Ci dimentichiamo tutti e due forse.
Bere e mangiare senza darci importanza trascinati dalle voci.
Trascinata dalla voce dovrei dire.
Trascinata dal ruvido che pensavo fosse l'espressione del vero.
Perchè l'iride non mente.
Le gambe sotto un tavolo non mentono.

Non dovrebbero mentire.

Ed è così che vinci.
Avevi già vinto dopo pochi minuti. Dovevi accorgertene .

Oggi hai scritto.
Hai scritto e vorrei chiederti se significa qualcosa.
Perchè credo che non significhi nulla.
Le mie mani erano al sicuro tra la plastica dei sacchetti pieni 
molto piu che chiuse tra le tue.
Ero al sicuro sapendo che il sesso è solo sesso ma quello no.
Quello no perche tu hai voluto che fosse no.

Innocente nel sentire la tua guancia al mattino che si permette di essere dolce.
Ti sei permesso di essere dolce.

Ed io
Ho sbagliato.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato.