giovedì 9 luglio 2009

Rosso.

Sfoghiamoci sui rami degli alberi
spezzali riduci le foglie in poltiglia 
mischiati con il terreno.
Tremano le tue mani adesso che hai perso ogni controllo
trema la voce la pelle.
Il tuo cuore trema.

Credevi di soffrire quando non hai mai smesso di ridere ridere ridere.
Illusi tutti noi nel vederti sommessamente felice.
Senza dare fastidio a nessuno. 
Incolpiamoci delle nostre reciproche mancanze
lottiamo ancora senza parlare risolvere curare tutti i malati che abbiamo lasciato lungo la strada verso il bivio.

Credi ancora che basti leggere.
Credi ancora che basti scrivere.
Credo ancora che a te non serva altro che piangere.

Potresti usare il pugno contro le facce.
Chiudere le dita spingere le unghie nella carne 
sentire qualcosa almeno sulla pelle
mai dentro la pelle.

Rancore sputi di graffi e di memorie
la faccia pulita contro il vetro e cucinare quotidianamente parlando
sempre di niente di oggi di cose inutili di cose che non ci ricordiamo 
sepolte in una stanza grande con un letto grande un bagno azzurro.

La finestra oggi era serrata 
le tapparelle abbassate senza luci dentro senza piante fuori.
Non ho mai voluto regalarti una pianta.
Non ho mai voluto regalarti una pianta.

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