sabato 20 febbraio 2010

Cadi di faccia sull'asfalto ti sbucci le guance.
Stordita pieghi le gambe, appoggi i palmi delle mani per terra e ti sollevi piano con la testa molle.

Eri davanti a casa sua, dall'altra parte della strada senza riconoscere i posti di notte.
Lui era camera a pensare alle sue cose senza parlare mentre tu inciampavi sul portone.

Non torni dentro e non fai rumore.
Aspetti un autobus che ti porti a casa anche se ci vorranno molte ore.

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